Una sala della mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio”, al MANN dal 3 luglio al 16 settembre. Courtesy MANN
“Gli Assiri all’ombra del Vesuvio”, in programma al MANN dal 3 luglio al 16 settembre, punta simbolicamente i riflettori sull’antica fascia territoriale dell’alto Tigri in corrispondenza della parte settentrionale dell’odierno Iraq. Su quel lembo di terra, a partire dall’Ottocento, si concentrarono le ricerche di intellettuali ed antiquari, che gettarono le basi per la costituzione di una moderna koinè di studiosi internazionali.
Promosso dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dall’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, il progetto scientifico presenta al pubblico oltre quarantacinque reperti, provenienti anche dal British Museum, dall’Ashmolean Museum, dai Musei Vaticani e dai Musei Reali di Torino.
Al centro dell’allestimento, i calchi ottocenteschi, appartenenti alle collezioni del MANN e non esposti da molti anni.
Il percorso accompagna il pubblico in tre sale alla scoperta dei tre palazzi che furono il centro del potere e della cultura degli Assiri. Dal palazzo di Nimrud ricostruito – che ospitava i rilievi originari di cui il MANN presenta i calchi – si passa, poi, a Ninive, per affrontare i temi dell’imperialismo e della guerra contro gli Arabi e contro l’Elam.
Si entra, infine, simbolicamente, nelle sale del palazzo di Korsabad, dove viene presentata la testa di Sargon II, in prestito dai Musei Reali di Torino, per esaltare, appunto, il motivo del potere del sovrano.
“L’impero assiro – ha commentato il direttore del MANN, Paolo Giulierini – rivive al Museo Archeologico di Napoli in tutto il suo splendore parlandoci di eredità profonde. Questa è una mostra preziosa, fortemente voluta dal MANN con il coordinamento dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale, per fare luce sul patrimonio di calchi di ortostati i cui originali sono ora conservati presso il British Museum. Oggi in un clima di rinnovato slancio internazionale, e in attesa del riallestimento definitivo, dal MANN emergono opere che ci parlano di storie apparentemente lontane nel tempo e nello spazio rivelandosi veicolo eccezionale di connessione tra i popoli in un mondo globalizzato”. Per questo motivo un particolare approfondimento è stato riservato alla storia dei calchi ed alla loro inclusione nelle collezioni del MANN.
I calchi furono realizzati da Domenico Brucciani per riprodurre i rilievi neoassiri rinvenuti nei palazzi di Nimrud e di Ninive, e oggi si trovano custoditi nell’Assyrian Basement del British Museum di Londra.
I rilievi, databili dal IX al VII secolo a.C., abbellivano i palazzi dei sovrani, rappresentando la parte iconografica di un significativo fenomeno di propaganda politica ante litteram, volta a celebrare le imprese dei regnanti.
Fu l’esperto d’arte, Alessandro Castellani a donare le riproduzioni delle grandi lastre in calcare al Museo Archeologico Nazionale dopo averli comprati e affidati all’istituto allora diretto da Giuseppe Fiorelli, dove sono stati sempre custoditi, ricevendo adesso, grazie alla mostra, una nuova valorizzazione.
In una serie di punti segnalati all’interno del percorso espositivo sarà inoltre possibile utilizzare occhiali multimediali dotati di lenti trasparenti che permettono di fruire dei sorprendenti effetti della realtà aumentata.
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