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Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta il programma espositivo per il 2021

Grandi artiste donne; importanti collaborazioni con istituzioni culturali italiane e internazionali; sperimentazione attraverso linguaggi e materiali diversi, dalla performance alle opere su carta, dai video agli ambienti sonori, dalle sculture al design; attenzione alla ricerca e al progetto sono i cardini della stagione espositiva del 2021 del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, attuabile grazie alla conferma dei contributi pubblici del Comune di Prato e della Regione Toscana, al supporto di Intesa Sanpaolo come sponsor, e al sostegno da parte di partner e donatori che hanno affiancato il Centro Pecci negli ultimi anni.

 

“Nonostante l’oggettiva difficoltà a fare previsioni, mi sento di dire che il 2021 sarà un anno importante per il Centro Pecci. – dichiara la Direttrice Cristiana Perrella, appena confermata alla guida del museo per i prossimi tre anni – Si raccoglie il risultato di un triennio di lavoro molto intenso e concentrato sul definire un’identità chiara per il museo come centro di ricerca e produzione culturale legato al carattere, alla vocazione, alle storie del territorio ma allo stesso tempo partecipe del dibattito internazionale sui suoi temi più aggiornati e rilevanti e inserito in un’intensa rete di scambi e collaborazioni con principali istituzioni italiane e straniere. Molto è stato fatto in questa direzione e su queste basi continueremo a costruire la programmazione di tutte le attività del Centro Pecci per i prossimi anni del mio mandato”.

 

La programmazione del Centro Pecci per il 2021 si apre a marzo con Marialba Russo, fotografa che con sguardo antropologico ha documentato gli anni Settanta, un periodo carico di fermenti politici, culturali, lotte operaie e lotte femministe: al Centro Pecci verrà esposta la serie fotografica che riprende in modo sistematico i manifesti dei film a luci rosse apparsi nelle strade di Napoli tra il 1978 e il 1981.

Ad aprile inaugura la retrospettiva dedicata a Chiara Fumai, prematuramente scomparsa nel 2017, per omaggiare la personalità creativa che ha sviluppato in modo marcato i linguaggi della performance art e dell’estetica femminista del XXI secolo. Chiara Fumai. Poems I Will Never Release, 2007–2017, curata da Milovan Farronato e Francesco Urbano Ragazzi in collaborazione con Cristiana Perrella, è coprodotta con il Centre d’Art Contemporain di Ginevra.

A maggio il programma prosegue con Senza Fretta, a cura di Luca Lo Pinto e Elena Magini, una personale di Simone Forti (Firenze, 1935) – artista, danzatrice, coreografa, originaria di Prato, vive e lavora a Los Angeles – in cui il corpo ha un ruolo centrale, e con Cambio, progetto che parte da un’indagine sulla responsabilità ambientale del design e sull’industria del legno condotta dallo Studio Formafantasma, organizzato in collaborazione con la Serpentine Gallery di Londra.

Sempre indagando il territorio tra arte e design, dopo l’estate saranno protagonisti alcuni artisti italiani di fama internazionale: la mostra Domus Aurea. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Gio Ponti propone un dialogo tra personalità artistiche caratterizzate da una comune capacità di eclettica sperimentazione attraverso i linguaggi e i materiali, dalla trasversalità del proprio progetto, dall’attitudine ironica, dal rapporto libero e creativo con la tradizione.

 

Verrà infine proposta un’importante mostra personale di Cao Fei (Guangzhou, 1978) con opere che esplorano le trasformazioni della Cina contemporanea affrontando domande universali sul prossimo futuro, con una particolare attenzione all’impatto dell’accelerazione della crescita economica, dello sviluppo tecnologico e della globalizzazione sulla società. Il progetto è realizzato in collaborazione con il MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, e vedrà la presentazione in contemporanea, a Prato e a Roma, di due mostre dedicate all’artista, rispettivamente curate da Cristiana Perrella e Hou Hanru e Monia Trombetta.

 

Le grandi mostre personali proseguiranno nel 2022 con Massimo Bartolini, a cui sarà dedicata, in primavera, la prima retrospettiva, raccogliendo trent’anni di lavoro.

 

Infine, prosegue anche nel 2021 la valorizzazione del patrimonio del Centro Pecci: non solo le opere della collezione– protagoniste di un nuovo allestimento tematico – ma anche gli archivi e la biblioteca, risorse preziose per la comunità, diventeranno sempre più accessibili e produttivi in termini di ricerca generata. Anche l’imponente archivio di Lara-Vinca Masini, di circa 200 mila oggetti tra libri, documenti e opere, andrà – come desiderio della studiosa recentemente scomparsa – ad arricchire il CID/Arti visive, Centro di ricerca e documentazione del Centro Pecci.

Gli archivi e i materiali da loro conservati, collocabili fra lo statuto del documento e quello dell’opera d’arte, saranno inoltre i protagonisti della mostra Musei di carta, curata da Stefano Pezzato e Andrea Viliani, Curatore e Responsabile del CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli).

 

Oltre alle mostre, nel 2021 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci riaprirà finalmente le sale didattiche, dopo oltre cinque anni di chiusura. Tutta l’area è stata ristrutturata e sarà completata da un Urban Centre, costituendo un complesso fondamentale per aprire sempre più il museo alla città e alla partecipazione.

L’obiettivo rimane quello di affermarsi come un centro di riferimento nazionale e internazionale per la creatività contemporanea, ma anche di coinvolgere in modo attivo la comunità intorno al museo e farne uno spazio comune.

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