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Il fascino di Bruges d’estate, tra musei, mulini e canali romantici

Soprattutto d’estate, quando il sole si attarda fino a sera tra i canali fendendo il Belfort e le sue campane per sciogliersi tra gli alberi che incorniciano il Lago dell’Amore, Bruges accoglie il visitatore con il suo sguardo più brillante.
La cittadina più romantica delle Fiandre, tutta birra, cioccolata e merletti, incanta ad ogni angolo con le sue architetture medievali, il centro storico Patrimonio Unesco, il Rozenhoedkaai – lo scorcio più suggestivo e fotografato della città, un antico porticciolo dedicato al commercio del sale – la vivace Piazza del Mercato circondata dagli edifici delle gilde raccolte nelle loro sontuose facciate.

Come in una tavola dei Primitivi Fiamminghi – il cui spirito aleggia nell’omonimo quartiere, dietro l’Augustijnenrei, dove un tempo era, al numero 6 della Gouden Handstraat, lo studio di Jan van Eyck, ma anche le abitazioni di Jan Provoost, Jan Benson e Pieter Pourbus – si respira un’atmosfera sospesa e senza tempo.
Il tepore estivo invita ad attardarsi tra le strette stradine di questa intima cittadina dove il silenzio è interrotto di tanto in tanto dal passaggio di una carrozza. A Bruges non occorrono mappe. È bello perdersi tra i suoi spazi per ritrovarsi al di là del pittoresco Ponte degli Agostiniani, uno dei più antichi della città, e raggiungere la Oosterlingenplein, il quartiere un tempo abitato dai membri della Lega Anseatica. Era qui che attraccavano le navi e venivano scaricati i broccati di lusso – dalle pelli al cuoio, dal cristallo di rocca alle arance – dove si pagava il dazio e dove avremmo sentito parlare un’incredibile varietà di lingue.

Perché nel XIII secolo Bruges era una capitale del commercio internazionale paragonabile all’odierna New York. Qui vi si sarebbe potuto trovare ogni tipo di merci, dalla lana – che dalle Fiandre veniva inviata in altri paesi europei – ai prodotti importati da tutto il continente. Ed è qui che nel Quattrocento – precisamente nella casa della famiglia van der Bourse, dal cui nome deriva la parola ‘Borsa’ – che ebbero luogo anche le prime transazioni finanziarie in senso moderno.

L’Orsetto di Bruges, simbolo della città, fa capolino da alcuni palazzi. Potrete scorgerne uno in una nicchia della Loggia dei Borghesi, un edificio del XV secolo in cui si riunivano i cittadini e i mercanti della città, e che, dopo essere stato utilizzato come Accademia per le Belle Arti, fu adibito, dal 1912 al 2012, ad Archivio di Stato.
Per fotografare una delle uniche due case in legno rimaste, basta invece imboccare via Kortewinkel, dove, un po’ fuori dai circuiti turistici più battuti, sbuca una facciata lignea del XVI secolo.
Se la sera è il momento migliore per respirare l’anima romantica della città, bere una birra artigianale, una Red Ale fiamminga abbinata a una porzione di patatine fritte, a un tagliere di formaggi o carne fredda, la prima parte della giornata va assolutamente dedicata all’arte, a cominciare dal rinnovato Museo Gruuthuse.

Questo edificio ha riaperto i battenti lo scorso 25 maggio dopo cinque anni di restauro. I tre piani dell’imponente palazzo raccontano, con un moderno concept e nuove stanze, la storia della città, protagonista indiscussa del museo e dell’epoca felice dei Duchi di Borgogna.
Arazzi e merletti, sculture lignee e vetrate gotiche, odore di tabacco e caffè, profumi d’Oriente travolgono il visitatore proiettandolo nella storia della ridente cittadina fiorita soprattutto grazie al commercio. Scopriamo pertanto come tanta bellezza affondi le radici nell’Epoca d’Oro, tra il XIV e il XV secolo, quando, sotto i duchi di Borgogna, la perla delle Fiandre era popolata da artisti e artigiani che, attraverso capolavori assoluti, la resero degna capitale del regno.

Nell’adiacente Chiesa di Nostra Signora, la Madonna col Bambino, gruppo marmoreo eseguito da Michelangelo nel 1504, nella navata destra della chiesa, intrattiene il turista in un dialogo assorto con l’unica opera del maestro ad aver lasciato l’Italia mentre lo scultore era ancora in vita. Non lontano, l’ospedale di San Giovanni (Sint-Janshospitaal), uno dei più antichi e meglio preservati d’Europa con i suoi oltre 800 anni, custodisce ancora gli archivi, il dormitorio, la farmacia, l’orto dei semplici, strumenti medici e vasellame utilizzati per rifugiati pellegrini, viaggiatori, poveri e malati.
La cappella costituisce il vero e proprio Museo Memling, con il Trittico del matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria e il Reliquiario di Sant’Orsola, considerato una delle sette meraviglie del Belgio. Ogni opera della collezione è stata creata per questo luogo specifico e da qui non è mai uscita.

Lungo i marciapiedi che costeggiano le strade di Bruges si celano altri edifici storici legati ad antiche tradizioni radicate nel tessuto sociale della comunità, che vedono in questa cittadina la patria della moderna assistenza sanitaria pubblica. I Godshuizen – gli Ospizi di Carità – furono fondati durante i secoli del Basso Medioevo per volontà di numerose istituzioni caritatevoli, sostenute da facoltosi cittadini privati che si ispiravano ai valori della carità cristiana e che si offrivano di dare un riparo decoroso ai diseredati.
Con lo stesso spirito di pietà era stato fondato anche il celebre Begijnhof, “Ten Wijngaarde”, oggi iscritto nella lista Unesco dei Patrimoni dell’Umanità. Fermatevi a rilassarvi all’ombra del suo giardino alberato prima di visitare la chiesa e il museo. Ma forse per visitare il beghinaggio – un’oasi raccolta di case bianche dall’inconfondibile architettura – occorre svegliarsi presto. Solo così, prima dell’assalto dei turisti, potrete godere appieno dell’atmosfera silenziosa e antica di questo luogo oggi abitato da suore.

Chi volesse entrare nel tempio dei maestri fiamminghi non deve perdersi il Groeninge Museum, dove la Madonna del Canonico van der Paele, olio su tavola di Jan van Eyck, databile al 1436, l’opera più grande conosciuta del grande maestro fiammingo dopo il polittico di Gand, vi sorprenderà con il suo straordinario realismo. Nella stessa sala è collocato il Trittico Moreel di Hans Memling.


Jan van Eyck, Madonna del Canonico van der Paele, 1436, olio su tavola, 157.8 X 122.1 cm, Bruges, Groeninge Museum | Foto: © JanDHondt | Courtesy of Visitflanders

Ed è soprattutto d’estate che la Perla delle Fiandre offre agli appassionati di musica un ricco programma di eventi e le performance di un’orchestra di fama mondiale. Il Concertgebouw, il modernissimo auditorium e centro culturale costruito nel 2002, accoglie infatti fino all’11 agosto l’MA Festival, la prestigiosa rassegna di musica antica nata nel 1964 e che quest’anno sarà incentrata sui temi legati alla tecnologia. Concerti, competizioni tra giovani talenti internazionali e un’interessante sezione OFF animeranno le dieci giornate del festival dal mattino a sera.

Gli amanti della bicicletta troveranno invece, soprattutto d’estate, diverse cittadine da esplorare, a distanza di pedale dal centro città. Tra queste Damme, a poco più di sei chilometri dal centro di Bruges, raggiungibile attraverso un percorso in pianura che costeggia il canale attraversando un paesaggio scenografico con vista sui mulini a vento, parte delle mura cittadine sin dal XIII secolo.
Dei quattro mulini sopravvissuti, il Sint-Janshuis è l’ultimo ancora funzionante e aperto al pubblico.

Al ritorno, i più romantici possono optare per un tour in barca tra i canali, per fotografare dall’acqua, magari al tramonto, la città con i suoi mille riflessi.

Cala la sera su Bruges. Anche se è tardi, il cielo diventa un broccato color cobalto dove la notte è pigra. Con la piazza del Mercato, sgombra di turisti, la torre campanaria costruita tra il XIII e il XV secolo con i suoi 366 gradini appare più imponente. Le sue campane, azionate da un carillon, scandiscono ogni quarto d’ora da oltre sette secoli e mezzo.
Basta chiudere gli occhi e respirare un po’ di aria frizzante del Nord per trovarsi in una favola.

 

 

 

 

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