Paul Cézanne, La Montaigne Saint-Victoire, 1887-1890. Musée d’Orsay, Parigi
Non era mai successo, tuttavia, che una mostra ne indagasse i legami con i grandi maestri italiani.
Lo fa al Musée Marmottan di Parigi Cézanne e the Masters Painters: a Dream of Italy con ben 60 dipinti provenienti da prestigiosi musei e collezioni private internazionali, tra cui la National Gallery of Art di Washington, il Louvre, il Musée d’Orsay, il Prado, il Thyssen Bornemisza, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma.
Una nutrita selezione di capolavori del pittore francese – come la Montagna di Saint-Victoire, la Pastorale o le nature morte – si confronta con l’arte prodotta in Italia tra il XVI e il XIX secolo. Opere di Tintoretto, El Greco, Jusepe de Ribera, Luca Giordano raccontano come Cézanne sia partito dai modelli della nostra tradizione per costruire una pittura nuova e rivoluzionaria, a partire dallo studio della pennellata, dei temi, della luce, del colore.
D’altra parte, se ci proiettiamo più avanti nel tempo, notiamo subito che non sono pochi i maestri del Novecento italiano su cui Cézanne ha dispiegato il proprio influsso: a loro è dedicata la seconda parte della mostra, che ci sfida a riconoscere l’apporto decisivo del pittore post-impressionista nei dipinti di Giorgio Morandi, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Alberto Sironi.
A cura di Marianne Mathieu e Alain Tapié, Cézanne e the Masters Painters: a Dream of Italy sarà visitabile al Musée Marmottan fino al 5 luglio.