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La grafica del Novecento nella Collezione d’Arte contemporanea dei Musei Vaticani, da Munch e Chagall a Fontana

Marc Chagall, Le Crucifix – Entre Dieu et le Diable, 1943, Gouache e pastelli su carta applicata su cartoncino, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea, Inv. 23109 | Foto: © Governatorato SCV, Direzione dei Musei e dei Beni Culturali

Un percorso intimo e inedito, cucito dall’umiltà della carta, dalle sperimentazioni della grafica, dalla potenza del segno, tesse un filo di intensa suggestione che dalla Raccolta di grafica del Novecento dei Musei Vaticani, voluta da Paolo VI, arriva al cuore del visitatore per trasportarlo in un viaggio che, da Piazza San Pietro, approda alle impronte lasciate dal sacro nella realtà dei maestri del XX secolo.
Questa volta i Musei Vaticani sorprendono non poco e lo fanno giocando la carta del contemporaneo, portando nei monumentali spazi berniniani del Braccio di Carlo Magno un’interessante mostra a ingresso gratuito, una selezione di 150 grafiche, in parte inedite, scelte tra le oltre 4mila opere che compongono l’intera raccolta di stampe, incisioni, fotografie e disegni dei secoli XIX e XX delle collezioni vaticane.
Un allestimento “luminoso”, scandito dai colori che corrispondono alle diverse sezioni della mostra, invita il visitatore allo stupore, a gustare con calma un tesoro nascosto la cui vita, racchiusa nella penombra dei cassetti, è normalmente distante dallo sguardo del pubblico, considerata anche la fragilità dei lavori.
Conservate in speciali condizioni di luce, umidità e temperatura, infatti, le opere su carta occupano uno spazio molto limitato nel percorso espositivo dei Musei del Papa, dove solo poche unità sono visibili a rotazione.

La narrazione circolare, che ha il suo incipit nella Creazione del mondo, giunge fino all’ideazione dell’opera d’arte dopo aver attraversato quattro sezioni. La prima, dedicata ai Sentimenti del sacro e dell’umano, accoglie i soggetti ispirati in gran parte alle Sacre Scritture. La Genesi, la Vita di Cristo, l’Apocalisse di San Giovanni prendono pertanto forma nelle vivaci illustrazioni per il volume Cantico del Sole di Mirò, nelle potenti xilografie degli espressionisti Max Pechstein e Karl Schmidt-Rottluff che, assieme a Paul Klee, creano icone dal sapore africano. Nella “sottosezione” Preghiera e meditazione, la statua in legno intagliata da Munch, nella quale l’artista racchiude il ricordo di suo padre inginocchiato mentre prega nella notte, aggancia con forza l’attenzione del pubblico. Dall’Adamo ed Eva di Felice Casorati alla Crocifissione stereoscopica di Salvador Dalì, la sezione pone l’accento sull’universalità e l’attualità di alcuni temi. Negli anni dei due conflitti mondiali Georges Rouault, con il ciclo Miserere, Marc Chagall con la “Crocifissione”, Marino Marini, Renato Guttuso, e ancora Guido Strazza con le piccole tele dedicate ai martiri, si sono serviti delle iconografie sacre per dare voce e volto alle sofferenze e alle ingiustizie della guerra.

Il martirio laico di Lorenzo Viani porta invece in mostra il dramma delle morti in mare attraverso una sequenza di immagini che rimandano al martirio di Cristo, e insieme evocano i naufragi che accadono in ogni tempo e in ogni dove.

Alla sezione Impronte del reale è invece dedicato il verde, che apre uno spiraglio di meraviglia derivata dall’osservazione attenta dei dettagli della quotidianità. Paesaggi, nature morte, finestre spalancate su vedute urbane diventano fonte di ispirazione per le xilografie di Duilio Cambellotti, scelte dalla serie Leggende romane, ma anche per Bernard o per De Carolis che si sofferma sul lavoro delle mogli dei pescatori dell’Adriatico.

La terza linea tematica, Genesi di un’idea, apre lo sguardo sul delicato momento della crazione artistica. Carte, bozzetti in gesso e bronzo raccontano le tappe del poercorso creativo di artisti come Umberto Boccioni, Giacomo Manzù, Cecco Bonanotte e Santiago Calatrava, quest’ultimo presente con la sinuosa Figura femminile distesa e schema di campata architettonica accanto al Golden Bridge.

Ai lavori di ambito astratto è infine riservata l’ultima sezione Segno e colore che accoglie opere di Georges Braque, Lucio Fontana, Fausto Melotti, dove il segno e il colore scivolano verso un mondo rarefatto, privo di figurazione.

«Un tipo di espressione artistica di questo genere non poteva mancare nelle collezioni papali – ha detto il direttore dei Musei del Papa, Barbara Jatta, riferendosi alla mostra – perché è costituita proprio da quei “segni del sacro” che sono generati dalla sensibilità spirituale di tanti artisti nel corso del XX secolo».

Formatasi a partire dal 1973, parallelamente alla sezione dedicata al Novecento, voluta e inaugurata da Papa Paolo VI, la Raccolta di grafica del Novecento dei Musei Vaticani è giovane e anomala, in quanto frutto non di un collezionista, ma conseguenza spontanea della “chiamata” di papa Montini al mondo dell’arte. Un richiamo volto a riallacciare lo storico legame tra la Chiesa e la cultura contemporanea.
Il ricco nucleo di carte è infatti inizialmente l’esito della risposta di artisti, eredi e mecenati che hanno donato al pontefice stampe e disegni poi confluiti nelle collezioni vaticane.

«Quella della grafica – ha aggiunto Francesca Boschetti, curatrice della mostra – è una dimensione accattivante, un luogo in cui gli artisti sperimentano. La presenza di opere grafiche accanto a dipinti e sculture sublima l’osmosi tra forme espressive diverse».

L’esposizione, a ingresso gratuito, si potrà visitare tutti i giorni, ad eccezione della domenica e festivi, dalle 10 alle 18. Il mercoledì sarà aperta dalle 13.30 alle 18.

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