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La straordinaria vicenda di Lorenzo Bartolini nel racconto di Cecilie Hollberg

Cecilie Hollberg, diretttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, ritratta nella Gipsoteca Bartolini. Foto Sergio Garbari

Firenze – Benvenuti nella Galleria dell’Accademia di Firenze. Ci troviamo nella Gipsoteca dedicata a Lorenzo Bartolini che nasce vicino a Prato nel 1777.

VIDEO – La Direttrice Cecilie Hollberg racconta Lorenzo Bartolini
Lorenzo Bartolini presto si interessa di scultura e, tra l’altro, si interessa anche di Napoleone Bonaparte. Ricordiamoci che l’Europa in questo periodo è sconvolta non solo dalla Rivoluzione Francese, ma anche dall’imperatore autonominato Napoleone Bonaparte.
 
Bartolini si arruola nell’esercito francese e finisce per andate andare, dopo il combattimento a Parigi, a lavorare presso lo studio del famoso pittore Jacques-Louis David. Insieme a lui c’è l’artista Jean-August-Dominique Ingres con il quale strige amicizia. Insieme lasciano il comune maestro per aprire un loro proprio studio.
 
Bartolini partecipa al famoso concorso il Prix de Rome nel quale vince il secondo premio. Con ciò riesce ad attrarre l’attenzione. Riceve una commissione da parte del Direttore del grande museo di Parigi, il Louvre. Questa commissione è per la realizzazione di una statua, un ritratto di Napoleone Bonaparte.
Nel 1807 Bartolini viene chiamato a Carrara dalla sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi, con l’incarico il Direttore dell’Accademia di Belle Arti.
 
La vita di Bartolini sembra essere un successo dopo l’altro. Sennonché nel 1813, nella battaglia di Lipsia, Napoleone viene sconfitto. Con ciò ovviamente i bonapartisti non avevano più buon gioco. Lorenzo Bartolini in fuga lascia Carrara dove vengono distrutte tutte le sue opere presenti nel suo studio e raggiunge Firenze. Ma a Firenze nessuno gli dà un incarico poiché era un bonapartista. Bartolini comincia a ottenere le prime commissioni dai turisti del Grand Tour che in genere sono russi, inglesi e spagnoli. Man mano l’artista riesce a riscuotere una gran fama: diventa famoso e ammirato per la capacità di realizzare volti espressivi e pieni di emozioni, più tardi diventa anche uno scultore per monumenti funebri.

Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze – Courtesy © Galleria dell’Accademia di Firenze
Questa sua questa storia lo porta all’Accademia di Belle Arti che è proprio qui adiacente, dietro questo muro. Finalmente nel 1839 gli diedero la Cattedra per la Scultura. Bartolini lì fece scandalo, portando come modello un uomo gobbo: fino a quel momento tutti portavano sempre delle belle ragazze di campagna, mentre Bartolini disse: “No, questo è tra i gobbi quello più bello, e io voglio che gli allievi imparino a fare anche quello che non è previsto”. E quindi Bartolini manifesta un approccio completamente diverso rispetto alla tradizione.
 
Nel 1850 Bartolini muore.
Dopo il proclamo della Repubblica Italiana nel 1884, lo Stato italiano compra l’intero contenuto del suo studio e lo deposita nel Monastero di san Salvi. Purtroppo nel 1966, con la grande alluvione di Firenze, tutti questi gessi vengono aggrediti dall’acqua. In seguito vi è stato negli anni ‘70 del Novecento un grande progetto di restauro finanziato dal Ministero dei Beni Culturali.

Grazie ai restauri eseguiti, ora siamo in grado di presentare nuovamente i gessi che all’epoca furono esposti proprio a Prato. Dopodiché, cercando una nuova collocazione, i gessi hanno trovato una nuova casa qui presso la Galleria dell’Accademia di Firenze.
Direi che Bartolini è non solo un artista squisito, ma che un artista che bisogna conoscere perché vicino a Canova e perchè è il più importante scultore dell’Ottocento in Italia.

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