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L’arte della Sanseverese Mishan e il suo linguaggio originale ed accattivante

Il critico artistico e letterario Massimo Pasqualone torna ad esprimersi sulla qualità della poliedrica artista

“Linguaggio originale ed accattivante, colpisce l’osservatore e per il contrasto cromatico e per il
dissidio scenico”
E’ con queste lusinghiere parole che uno dei più apprezzati critici D’Arte e letterari italiani Massimo
Pasqualone torna ad esprimersi sulla tipologia di arte della poliedrica abruzzese, originaria di San
Severo, Mishan.
Qualità che evidentemente piacciono a Pasqualone e che fanno dell’arte contemporanea della
ventiduenne artista di Molina Aterno.
Qualità poliedriche quelle di Mishan (da poco laureatasi in lingua e letteratura straniera con il
massimo dei voti) che si estrinsecano nella sua magica visione artistica anche e soprattutto
attraverso la visione delle sue ultime due opere “capax infiniti” e “come l’acqua”.
Con la prima delle opere citate Mishan è come se volesse farci capire, così come lo ha fatto
Leopardi in uno dei suoi più grandi poemi, che il nostro animo può tranquillamente essere visto
come un contenitore capace di infinito così, cioè, come afferma Giovanni Fighera nel suo bellissimo
articolo “La tensione dell’uomo verso l’infinito” e alla cui affermazione lo stesso Fichera aggiunge
che attraverso l’intuizione di Leopardi nell’intuire e concludere che la grandezza della ragione stia
nel riconoscimento dell’incapacità dell’uomo a soddisfarsi.
Nell’opera di Mishan si può tranquillamente notare il senso delle affermazioni fatte da Fighera
quando nel descrivere il capolavoro leopardiano risalta che pochi autori, tra i quali aggiungeremmo
proprio il messaggio lanciato attraverso la sua opera dalla poliedrica artista, sono stati così lucidi nel
descrivere la natura del nostro animo, assetato di felicità piena, assoluta, infinita. Esso può essere
paragonato, come detto, ad un contenitore capace di infinito ( capax è il termine latino per indicare
la capacità di contenere), perchè non è mai colmo.
La seconda opera, “come l’acqua” ce la descrive proprio Mishan con un suo personale pensiero
evidentemente estratto dal cilindro culturale dei suoi studi appena conclusi e che noi vogliamo
riportare: “”Nel mondo nulla è morbido e debole come l’acqua, ma nello scalfire le cose
solide e forti nulla è in grado di superarla” (Laozi, Daodejing, capitolo 78)”.
Insomma stante le odi tracciate dal critico d’arte Massimo Pasqualone non possiamo altro
che dire che tracciato è il successo di questa immensa artista.
Chi volesse visionare le opere di Mishan può farlo cliccando sul link
https://www.pitturiamo.com/it/pittore-contemporaneo/mishan-26244.html

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