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Leonardo a Roma: il programma dell’Accademia dei Lincei

Nella lunga carriera di Leonardo non poteva mancare un soggiorno a Roma, che in quel periodo si arricchiva dei gioielli di Michelangelo e Raffaello: un periodo intenso ma non sempre sereno – dal 1513 al 1517 – in cui l’artista e inventore soggiornò in Vaticano su invito del fratello di papa Leone X, il duca Giuliano de’ Medici, portando con sé meraviglie come la Gioconda, il San Giovanni e la Vergine con Sant’Anna. Qui si occupò di studi scientifici e opere pubbliche – la bonifica delle paludi pontine, il porto di Civitavecchia, il riscaldamento dell’acqua con gli specchi ustori per produrre energia – ma anche di pittura, dando vita a capolavori perduti come Leda e il cigno e la Madonna di Pescia.

L’Accademia dei Lincei si unisce alle celebrazioni del cinquecentenario vinciano per far luce su questi anni, dando il via al Trittico dell’Ingegno italiano, il programma culturale dedicato agli anniversari di Leonardo, Raffaello (2020) e Dante (2021). Inaugurata oggi sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Leonardo a Roma. Influenze ed eredità illustra attraverso dipinti e disegni gli stimoli che l’artista ricevette ed esercitò sulla città. A fare da cornice alla mostra è Villa della Farnesina, gioiello del Rinascimento maturo adorno di affreschi di Raffaello e della sua scuola, del Sodoma e del Peruzzi, mentre eventi espositivi collaterali e altre iniziative culturali arricchiscono il percorso di visita.

Curata da Roberto Antonelli e Antonio Forcellino, l’esposizione principale è imperniata su preziosi disegni autografi di Leonardo, ma soprattutto sui dipinti della sua bottega a Roma dove l’artista giunse con gli allievi Melzi e Salaì: si tratta perciò di copie di particolare pregio, realizzate quando Leonardo era ancora in vita e spesso sotto le sue direttive. Alcune di queste sono esposte per la prima volta dopo importanti lavori di restauro: è il caso della nota Gioconda Torlonia su cui pare abbia messo le mani anche il maestro, del San Giovanni Battista della Galleria Borghese, della conturbante Gioconda Nuda e del Salvator Mundi della Basilica di San Domenico Maggiore di Napoli, gemello dell’opera più discussa di quest’anno. Tra i fili conduttori del percorso, il confronto tra Leonardo e Raffaello, due giganti legati da un rapporti di stima e di influenza.

E per viaggiare con la fantasia immaginando il maestro all’opera, ecco la ricostruzione della bottega di Leonardo: dagli arredi ai pigmenti, dai cartoni ai dipinti, un’esposizione parallela dà conto dell’organizzazione del lavoro in un laboratorio d’avanguardia.
Leonardo in traduzione. Dalla Gioconda di Calamatta all’attività editoriale dei Lincei documenta invece la divulgazione dell’opera dell’artista tra Ottocento e Novecento attraverso incisioni e facsimili. Per poi arrivare ai linguaggi contemporanei con Leonardo. Una mostra impossibile: qui grazie a riproduzioni a grandezza naturale e ad altissima definizione il pubblico potrà osservare tutti insieme i dipinti di Leonardo sopravvissuti fino a oggi. Dalle opere giovanili ai capolavori della maturità, un itinerario cronologico ricostruisce l’evoluzione dell’artista nelle sue diverse fasi. A guidare i visitatori è Ferdinando Bologna, tra i più illustri storici dell’arte italiani, grazie a guide multimediali consultabili facilmente dagli smartphone.
Leonardo e i suoi libri, infine, apre idealmente le porte della biblioteca dell’artista, che considerava maestra l’esperienza e se stesso “homo sanza lettere”, ma si circondò di volumi preziosi e vari, specchio dei suoi interessi multiformi.
Completano il programma leonardiano dell’Accademia un ciclo di sette conferenze che approfondiranno l’attività di Leonardo nei diversi settori, un seminario sui restauri condotti sulle opere in mostra e un convegno dedicato al tema cruciale delle attribuzioni.

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