Raffaello Sernesi, Punta Righini – Castiglioncello, olio su tavola, 33,5 x 16,5 cm. Collezione privata
I giovani artisti che trovarono nello storico caffè Michelangelo di Firenze il luogo ideale in cui fare esplodere il loro spirito di ribellione verso il sistema accademico e la volontà di dipingere il senso del vero saranno al centro di una grande mostra in programma, a Lecco, dal 4 ottobre al 19 gennaio.
Ai Macchiaioli – nome usato per la prima volta in senso dispregiativo dalla critica, ma successivamente adottato dal gruppo stesso incarnando alla perfezione la filosofia delle loro opere – è infatti dedicata la rassegna a cura di Simona Bartolena. Saranno oltre 60 opere – realizzate da artisti quali Telemaco Signorini, Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani – a descrivere la rivoluzionaria evoluzione di questo movimento, fondamentale per la nascita della pittura italiana moderna.
Il percorso espositivo prenderà avvio dai lavori dei precursori della rivoluzione macchiaiola, Serafino de Tivoli e Filippo Palizzi – a confronto con un’opera giovanile di Silvestro Lega – per arrivare alle espressioni più mature della “macchia” con Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani, Cristiano Banti, che si allontanano definitivamente dalla tradizionale pittura di paesaggio italiana ma anche dalla lezione della scuola francese di Barbizon.
I dipinti a soggetto risorgimentale, come quelli popolati dai soldati di Giovanni Fattori, incontrano le opere firmate dai protagonisti del gruppo dopo gli anni Sessanta, quando la ricerca macchiaiola perde l’asprezza iniziale per acquisire uno stile più disteso, aperto alla più pacata tendenza naturalista che andava diffondendosi in Europa.
A chiudere la mostra – il cui catalogo è edito da Skira – sarà una riflessione sull’eredità della pittura macchiaiola.
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