Chagall ®, by SIAE 2019 | Marc Chagall, Il Matrimonio, 1918, Mosca, Tretyakov Gallery
Marc Chagall, Dimanche, 1952 I Parigi, Museo Nazionale di Arte Moderna
L’immaginario sognante e legato alla tradizione dei quadri di Chagall non deve però trarre in inganno. In Russia e a Parigi la sua arte si sviluppò a stretto contatto con le novità più dirompenti delle avanguardie. Chagall fu amico di Guillaume Apollinaire, di Fernand Léger, di Blaise Cendars e Robert Delaunay, senza contare la sua vicinanza alla cerchia di Modigliani. Gli diedero del fauve, dell’espressionista, del surrealista e perfino del cubista. “Che mangino, quando hanno fame, le loro tele quadrate su tavole triangolari”, rispondeva lui tirando dritto. Con indipendenza e fantasia ha illustrato libri, creato scenografie teatrali, prodotto incisioni, arazzi, vetrate, ceramiche e un numero incredibile di dipinti.
Marc Chagall, Il mondo sottosopra, 1919 I Parigi, collezione privata
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando il suo prestigio è ormai solido, Chagall realizza grandi opere pubbliche da un capo all’altro dell’Atlantico: vetrate per cattedrali e sinagoghe, il mosaico delle Quattro Stagioni per la città di Chigago e il celebre soffitto dell’Opéra di Parigi. Nel 1963 inaugura a Nizza il Museo Nazionale Messaggio Biblico di Marc Chagall, che raccoglie tutti i lavori a tema religioso nella più grande collezione pubblica dedicata all’artista.
Marc Chagall, Resurrezione in riva al fiume, 1947 I Parigi, collezione privata
Anche la mia Russia mi amerà: 70 capolavori in mostra a Rovigo
Che si si trovasse a Berlino, a Parigi o in America, che fosse un giovane artista in cerca di fortuna, un fuoriuscito dell’Unione Sovietica o un maestro universalmente stimato, il pittore di Vitebsk portò sempre il mondo in cui era nato dentro di sé, e sulla tela. All’influenza della cultura d’origine sulla sua arte è dedicata la mostra Marc Chagall. Anche la mia Russia mi amerà, in programma dal 19 settembre a Palazzo Roverella di Rovigo.
Marc Chagall, Il Gallo, 1928 I Madrid, Museo Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza (© Chagall ®, by SIAE 2020)
Sotto il titolo che cita un brano dell’autobiorgrafia illustrata Ma vie (1921) scritta all’inizio dell’esilio dall’URSS, si celano 70 capolavori dipinti su tela e su carta, nonché importanti opere grafiche come le illustrazioni per le Anime morte di Gogol. Prestiti dagli eredi dell’artista, dalla Galleria Tret’jakov di Mosca, dal Centre Pompidou di Parigi, dal Thyssen-Bornemisza di Madrid, dal Kunstmuseum di Zurigo, oltre che da prestigiose collezioni private, ci accompagneranno nella Russia profonda e rurale agli inizi del Novecento, in mezzo a personaggi e leggende che nutrirono l’immaginario del maestro. Tra i dipinti più attesi figurano icone come la Passeggiata e l’Ebreo in rosa, da ammirare insieme al Gallo, al Matrimonio o al Guanto nero.
Marc Chagall, L’ebreo rosso (l’ebreo in rosa) 1914-15, San Pietroburgo, Museo Statale Russo (© Chagall ®, by SIAE 2020)
Ma c’è un altro tema su cui la curatrice Claudia Zevi ha scelto di puntare l’attenzione: quello della posizione singolare che Chagall occupa nel panorama dell’arte del suo secolo. Aperto e curioso, il maestro venuto dall’Est non visse la modernità come distruzione del passato. “Nella sua opera straordinaria e originalissima”, recita il catalogo della mostra, “non viene mai a mancare l’esigenza utopica propria dell’avanguardia” che tuttavia incontra il mondo delle emozioni e dell’affettività con esiti senza eguali. “Pur scegliendo di vivere, come lui stesso diceva, ‘voltando le spalle al futuro’, Chagall si trova ad aver codificato un linguaggio che sopravviverà, ben più di quelli delle avanguardie propriamente dette, ai cambiamenti connessi allo scorrere del tempo”.
Marc Chagall, La passeggiata, 1917-18, San Pietroburgo, Museo Statale Russo | © Chagall ®, by SIAE 2019
Nata dalla collaborazione con Fondazione Culture Musei e Museo delle Culture di Lugano, la mostra Marc Chagall. Anche la mia Russia mi amerà sarà aperta a Rovigo dal 19 settembre 2020 al 17 gennaio 2021.