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Realtà o illusione? Porte aperte per i giardini di Pompei

Casa del Frutteto, particolare della decorazione dei cubicoli floreali. Photo credits Parco Archeologico di Pompei

Napoli – Un albero di fico si staglia prepotente sulla scena con golosi frutti semiaperti, mentre un serpente si arrampica sinuoso tra i suoi rami. Non siamo nel paradiso terrestre in attesa di Eva, ma a Pompei dove il rettile è un auspicio di prosperità. Il dipinto è parte della ricca decorazione della Casa del Frutteto, sulla via dell’Abbondanza, e precisamente dell’elegante camera da letto o cubicolo floreale. Al centro di un delicato restauro, il 19 e il 20 dicembre la domus si offrirà in anteprima ai visitatori, in attesa della riapertura definitiva prevista per febbraio 2020: due giornate per osservare da vicino colori e dettagli, ma anche per seguire i lavori in diretta e apprenderne i segreti dalla viva voce dei protagonisti.

Limoni, corbezzoli, rigoglio di foglie e uccelli svolazzanti sono caratteristici della pittura di giardino diffusa nell’antica Pompei. La troviamo di solito negli ambienti di rappresentanza, dove ha il pregio di ampliare lo spazio aprendo lo sguardo su una verde illusione. Qui un anonimo artista ha immaginato due giardini: uno alla luce del sole, dipinto con una precisione tale da rendere le diverse specie vegetali perfettamente riconoscibili, l’altro immerso nel buio della notte con tre alberi di dimensioni differenti. Tra la vegetazione lussureggiante riconosciamo poi motivi di origine egizia e riferimenti a Iside, la dea orientale della luna, destinataria della devozione degli abitanti. Riemersa tra il 1913 e il 1951, la Casa del Frutteto presenta il tipico impianto ad atrio delle dimore romane, con le stanze disposte attorno a un cortile centrale, e sul retro un triclinio (stanza da pranzo) estivo immerso nel verde.

Insomma, vera o dipinta che sia, a Pompei la natura è benvenuta. I visitatori che raggiungeranno gli scavi durante le festività natalizie lo scopriranno in un itinerario inedito, tra giardini illusionistici e alberi in piena vegetazione. Punti di partenza saranno le domus dell’Efebo e di Trittolemo, i cui spazi verdi hanno da poco ritrovato l’antico splendore grazie ad approfondite ricerche sulle essenze antiche. E poi la Casa dell’Ancora, con il suo singolare giardino sottoposto, la Casa degli Amorini Dorati, di recente riapertura, il rigoglioso complesso dei Praedia di Giulia Felice, fino alla Casa di Venere in Conchiglia e a quella di Marco Lucrezio, sulla via Stabiana.

 

 

 

 

 

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