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Sgarbi: “L’arte non si fruisce, si gode!”

L’arte non si fruisce, si gode! – ha incalzato Sgarbi dinanzi ai giornalisti invitati alla presentazione del MARec

“I capolavori dell’arte sono la dimostrazione che Dio esiste”. Così, in esclusiva per InTerris.itVittorio Sgarbi, storico dell’arte, critico, saggista, politico

“L’arte non si fruisce, si gode! – ha incalzato Sgarbi dinanzi ai giornalisti invitati alla presentazione del MARec -. Oggi c’è la tendenza a considerare la parola godimento impronunciabile, come se fosse qualcosa di negativo; così il termine è stato sostituito con una brutta parola: ‘fruizione’”.

“Ma la fruizione dell’arte dà un senso di tecnicismo e banalizzazione, come quando chiamiamo una chiesa, una torre o un palazzo antico location. Siamo abituati a rovinare la bella lingua italiana con una serie di neologismi anglosassoni che però impoveriscono e tolgono valore alla ricchezza e complessità delle cose. Quello che produce questa esposizione è una forma estrema di godimento. Lo dico come studioso, amatore e conservatore”.

“Terremoto tragedia che distrugge”

“Il terremoto è una tragedia che distrugge persone, luoghi, territori – ha proseguito Sgarbi riferendosi al sisma del Centro Italia che ha portato distruzione anche in molti comuni marchigiani -. Si spopolano interi centri storici che poi, abbandonati, cadono in rovina peggio di quanto il terremoto avesse fatto prima. C’è qualcosa di terribile nei terremoti che rendono la ricostruzione dei beni immobili lunga e laboriosa”.

“Eppure, questo ragionamento non è applicabile ai beni mobili, nello specifico alle opere d’arte! Questi patiscono certamente dei danni – pensiamo agli affreschi – ma in genere molto minori rispetto agli immobili dove erano preservati. Pensiamo alle chiese di Visso, inagibili perché semi distrutte dal sisma. Le ricche opere che contenevano sono state in un primo momento recuperate e messe al sicuro in un deposito; poi, sono state esposte in questo museo chiamato appunto ‘dell’arte recuperata’. Con un vantaggio decisivo: le opere, una volta recuperate vengono, anche restaurate!”.

“Inoltre, tornando agli affreschi, spesse volte il crollo di un palinsesto permette di scoprire affreschi precedenti, vale a dire un ciclo pittorico antecedente che si riteneva perduto se non addirittura sconosciuto. Quindi il terremoto, paradossalmente, porta sovente a un aumento del patrimonio mobile artistico. E a un suo recupero attraverso il restauro e l’esposizione al pubblico”….continuaa su 

 

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