Lo chiamavano “Bruegel dei velluti”, per l’eleganza della pennellata e gli abiti preziosi indossati dai protagonisti dei suoi ritratti. Ma Jan Bruegel il Vecchio fu anche un abilissimo disegnatore, che armato di matite riuscì a esprimere influenti novità.
A 450 anni dalla nascita dell’artista, per la prima volta una mostra affronta in modo autonomo il tema del disegno nella sua opera. Da domani 5 ottobre alla Snijders&Rockox House di Anversa Jan Bruegel il Vecchio (1568-1625). Un disegnatore eccezionale presenterà i rivoluzionari risultati conseguiti da uno dei massimi esponenti della grande dinastia di pittori fiamminghi.
In primo piano l’arte del paesaggio, che Jan modernizza innestando sulla lezione di suo padre, Pieter Bruegel il Vecchio, gli stimoli raccolti durante i suoi viaggi in giro per l’Europa. Fondamentale si rivela il soggiorno in Italia tra il 1591 e il 1596, grazie al quale il repertorio dell’artista si arricchisce di scorci urbani, vedute di boschi e paesaggi marini impensabili nelle Fiandre. Se a Roma e dintorni Jan comprende quanto sia importante l’osservazione diretta, il confronto con colleghi come Girolamo Muziano, Matthijs e Paul Bril gli permettono di sperimentare le composizioni complesse e affollate del tardo manierismo. Tuttavia il pittore ha ereditato dal padre un segreto prezioso: la semplicità e la chiarezza sono scelte sempre vincenti, che non abbandonerà mai.
Tornato nei Pesi Bassi, si stabilisce ad Anversa, dove elabora nuovi metodi di resa dello spazio. Composizioni ortogonali e diagonali gli consentiranno di ritrarre in modo inedito scene di paese, paesaggi fluviali e strade incuneate nella foresta, nonché pianure e colline. Contemporaneamente la qualità astratta delle sue composizioni acquisterà vivacità grazie a figure umane, uccelli e altri animali.
La mostra alla Snijders&Rockox House racconterà tutto questo attraverso i fogli autografi di Bruegel provenienti da importanti musei, gallerie e collezioni private, anche alla luce di recentissime ricerche condotte dalle curatrici Teréz Gerszi e Louisa Wood Ruby.
Articolato in sei sezioni, l’itinerario espositivo accosta disegni e dipinti evidenziando la continuità di un progetto artistico che coinvolse più generazioni: da Pieter Coecke van Aelst, maestro di Pieter Bruegel il Vecchio, a Jan Bruegel il Giovane, David Teniers e Jan van Kessel, ultimi rampolli della famiglia. In particolare, se l’immaginazione di Pieter Bruegel il Vecchio introdusse uno stile completamente nuovo, Jan dei Velluti impose le scene di vita quotidiana come genere autonomo ed elaborò per il paesaggio soluzioni di grande successo. A rendere tutto questo più chiaro nell’allestimento è il confronto con le opere paterne e di altri maestri coevi, nonché con le stampe che diffusero nei Paesi Bassi e in Europa le innovazioni dei Bruegel.
Parallelo alla mostra corre infine un altro imponente progetto: la preparazione del catalogo ragionato dei fogli autografi di Jan Bruegel il Vecchio, che offrirà finalmente uno sguardo completo sul lavoro dell’artista nel campo del disegno.