Il mercato dell’arte è famoso per le sue top lot in cui opere d’arte riscuotono successo nelle aste per la loro storia o per l’autore delle stesse tuttavia talvolta il flusso di vendite registra cifre importanti anche in ordine a beni inediti provenienti da raccolte private. È questo il caso di Mikel Gjokai artista di successo negli anni 80’ che ha visto, nei giorni scorsi, vendere un suo quadro e raggiungere il record di 1.103.000 euro. Mikel Gjokaj è nato in Kosovo l’11 novembre 1946 a Krusheve e Madhe, un piccolo villaggio tra i più colpiti dall’esercito serbo nel 1999. Pittore e incisore si forma alla Scuola Superiore di Belle Arti di Pristina completando gli studi all’Accademia di Belle Arti di Belgrado tra il 1970 e il 1974. Romano d’adozione dal 1975 ha esposto in importanti rassegne italiane e estere (tra cui Taiwan, Parigi, Giappone, Polonia, Finlandia, Lussemburgo, Cuba).
L’artista, che si è avvalso nell’ultimo anno della consulenza del Dottor Daniele Radini Tedeschi, con questa vendita record è la dimostrazione che il mercato dell’arte contemporaneo può essere dominato evitando gallerie e case d’asta e arrivando direttamente, mediante un unico passaggio, ai forti investitori della classe dirigente, a importanti collezionisti. All’interno di una private sale in Lussemburgo con autorevoli collezionisti stranieri, maggior parte dei quali personalità del sistema industriale e membri dell’establishment economico e finanziario europeo, il dipinto di Gjokaj intitolato Ondeggiano le foglie, olio su tela, 60×80 cm. del 1989 è stato venduto a una cifra a sei zeri.
Gjokai è uno degli ultimi testimoni, secondo la critica d’arte, di un “realismo visionario” in cui la realtà sensibile da cui attinge viene poi alterata, trasfigurata lasciando spazio ad inquietudini talvolta surreali e apocalittiche.
Tale risultato raggiunto pone l’attenzione sulla fluidità del sistema dell’arte, composto sempre più dall’ascesa di figure, art dealer e mercanti per l’appunto, che creano possibilità di vendite generando rivalutazioni monetarie per l’artista sul mercato internazionale. Mikel Gjokai nell’esprimere la sua grande soddisfazione e sentito sull’accaduto ha affermato come “Credo che sempre più spesso l’intermediazione delle case d’asta londinesi e newyorkesi non siano attendibili per quanto riguarda gli investimenti, la domanda percepita e le scelte di prodotto; ecco quindi per noi artisti l’importanza di affidarci ad un mediatore d’arte, professione antica, che ancora oggi risulta fondamentale nell’agevolare le vendite con i collezionisti, galleristi o le istituzioni museali”.
Dopo questo importante risultato, Gjokaj è entrato a pieno titolo nel ranking mondiale, alla pari dei Fauves e degli Impressionisti.