Roma – “Certamente quella del superbonus è stata una modalità molto impattante e forse all’inizio non si è tenuto conto delle eventualità non conformi alle regole e il governo sta cercando di correre ai ripari. Però non si può fare di tutta l’erba un fascio, non è vero che è tutta una truffa. C’è chi veramente ha sistemato, messo in sicurezza il proprio fabbricato o reso il proprio alloggio più sostenibile sotto il profilo energetico”. Il presidente dell’Ance Roma e dell’Acer, Niccolò Rebecchini, nel corso di un’intervista all’Agenzia Dire non ci sta alla criminalizzazione indiretta del settore delle costruzioni dopo che il premier Draghi e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, hanno definito “una truffa” lamisura del superbonus del 110% adottata dal governo Conte bis in piena pandemia.
“Purtroppo dove ci sono tanti soldi si annida anche il malaffare. Condividiamo la modalità con la quale sta intervenendo il governo e che abbiamo cercato di dire dall’inizio. A partire dal fatto che le imprese che eseguono queste opere, di fatto con fondi pubblici, devono essere qualificate. Fare impresa significa investire sulle sicurezza e sulla formazione, applicare il contratto collettivo nazionale del lavoro, non lavorare solo in subappalto, avere maestranze qualificate e mezzi d’opera- ha sottolineato Rebecchini- Purtroppo nell’ultimo periodo non è successo questo e noi dal primo giorno abbiamo detto che questi bonus non potevano essere appannaggio di chiunque s’improvvisasse”.
Secondo Rebecchini “è stato giusto limitare la cosiddetta ‘girata’ del credito fiscale ai soggetti preposti, controllati dalla Banca d’Italia. Così la facciamo finita col concetto di criminalizzare un settore che di fronte a questa iniziativa ci ha messo la faccia per la ripartenza del Paese. Chiediamo di lavorare, di fare presto e bene e di recuperare il tempo perduto”.
Senza dimenticare che “è vero che questa operazione drena molti soldi alle casse dello stato ma non ne porta pochi. Basti pensare a tutto il sommerso che finalmente emerge, l’Iva, e le imposte che le imprese saranno chiamate a pagare. Quindi, rifletterei prima di dire che è tutto negativo ciò che vediamo oggi”.
Certamente “il ritorno su Roma del superbonus è stato fortissimo: più di 1,5 mld in valore di opere si sono iniziate a seguire con questi criteri- ha concluso Rebecchini- Sono numeri importanti che dimostrano come il Paese per ripartire abbia bisogno del nostro sistema, perché rappresentiamo un settore anticiclico e molto forte nella veloce ripartenza. Incidiamo su circa il 90% del sistema industriale italiano e quindi se riparte questo settore riparte la ‘macchina Italia’, com’è avvenuto”.
Fonte «Agenzia DIRE»