(ANSA) – ROMA, 15 APR – Non faceva sentire la sua voce da quando, nel 2009, un terribile ictus l’aveva privata della parola costringendola a un triste silenzio e alla prigionia del suo corpo nel silenzio. Dal 14 aprile Berit Elisabeth “Bibi” Andersson non c’è più e con lei se ne va un altro frammento insostituibile della “galassia Bergman”, quell’universo di talenti e protagonisti cui il grande regista svedese attingeva per dar vita al suo mondo interiore. Per Bergman, Bibi Andersson (nata a Stoccolma l’11 novembre 1935) era una presenza quasi insostituibile: l’aveva scoperta appena sedicenne sulle assi del palcoscenico di Malmö nel 1951 e subito l’aveva scritturata per una pubblicità; ma appena quattro anni dopo l’avrebbe richiamata per un ruolo più impegnativo in “Sorrisi di una notte d’estate”. Non si sarebbero più separati per oltre 40 anni, in un crescendo di simbiosi da cui nascono ben 8 capolavori da “Il posto delle fragole” a “Persona”, da “Passione” fino a “Scene da un matrimonio” del 1973.