Restano senza guida gli Oscar francesi del cinema, a 15 giorni dall’assegnazione dei prestigiosi “Cesar”, dopo le polemiche per il record di nomination al regista Roman Polanski, accusato di violenze sessuali, e le accuse di opacità nella gestione del premio. La direzione ha annunciato questa sera le proprie “dimissioni collettive”. “Per onorare i protagonisti del 2019 nel cinema – spiega in un documento l’Accademia, presieduta dal 2003 dal produttore Alain Terzian – per ritrovare la serenità e far sì che la festa del cinema rimanga una festa, il consiglio d’amministrazione dell’Associazione per la Promozione del Cinema ha preso la decisione all’unanimità di rassegnare le dimissioni”.
“Queste dimissioni collettive – si legge ancora nel comunicato dei Cesar – consentiranno di procedere al rinnovo completo della direzione”. Un’assemblea generale è prevista dopo la 45/a cerimonia, in programma il 28 febbraio, e sarà l’occasione per eleggere “una nuova direzione che prepari, sotto l’egida del Centro nazionale del cinema (Cnc), le modifiche allo statuto dell’associazione per la promozione del cinema e appliche le misure di aggiornamento annunciate”.
L’annuncio arriva dopo la pubblicazione, su Le Monde di lunedì scorso, di una lettera aperta in cui 400 personalità del cinema – fra cui Omar Sy, Bertrand Tavernier, Michel Hazanavicius, Jacques Audiard, Marina Fo&lsaquos e Agnès Jaoui – hanno chiesto una “profonda riforma” dell’Accademia dei Cesar. Fra le accuse, le “disfunzioni” e “un’opacità nei conti”, oltre a statuti “che non sono stati aggiornata da molto tempo” e si basano ancora sulla “cooptazione”.