Da giovedì 1 a domenica 4 aprile 2021 andrà in streaming “Taglio Lungo”, la prima rassegna cinematografica organizzata dal Coordinamento dei festival di cinema LGBTQ, online sulla piattaforma MyMovies.
Sulla piattaforma MyMovies saranno ospitati i migliori otto film a tema proposti nel 2020, selezionati dalle nove realtà organizzatrici dell’evento “Taglio Lungo”, che costituiscono il Coordinamento dei Festival di Cinema LGBTQ.
La rassegna inizierà alle ore 20.00 di giovedì 1 aprile e presenterà ogni giorno due film, in versione originale con sottotitoli in italiano. Ogni film sarà a disposizione del pubblico per 48 ore.
Questi i titoli in programma: “Alice Junior”, di Gil Baroni (Brasile); “All we’ve got”, di Alexis Clements (Stati Uniti); “Fin de siglo”, di Lucio Castro (Argentina); “Il caso Braibanti”, di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese (Italia); “Margen de error”, di Liliana Paolinelli (Argentina); “Meu nome é Bagdá”, di Caru Alves de Souza (Brasile); “Ne croyez surtout pas que je hurle”, di Frank Beauvais (Francia); “Saint Narcisse”, di Bruce LaBruce (Canada).
A questo link la pagina dedicata su MyMovies: https://www.mymovies.it/ondemand/taglio-lungo/
Con “Taglio Lungo” i nove festival del Coordinamento hanno deciso di realizzare insieme un progetto corale che presenti la ricchezza della comunità LGBTQ come il frutto del dialogo tra differenze. Il Coordinamento dei festival di cinema LGBTQ è un’esperienza inedita in Italia, che si propone di elaborare obiettivi e progetti condivisi, pur mantenendo l’autonomia dei singoli festival. Fanno parte del coordinamento, i festival: BIG – Bari International Gender Film Festival (Bari), Florence Queer Festival (Firenze), Gender Bender (Bologna), MiX Festival Internazionale di cinema LGBTQ+ e cultura queer (Milano), Immaginaria International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious Women (Roma), Orlando Identità Relazioni Possibilità (Bergamo), Sardinia Queer Film Expo (Cagliari), Sicilia Queer filmfest (Palermo) e Some Prefer Cake Bologna Lesbian Film Festival (Bologna).
I titoli scelti propongono un percorso sfaccettato tra storie individuali e collettive di incontro e separazione, di scoperta e cambiamento, di memoria politica, storica e familiare. Se le protagoniste di “Alice Junior” e “Meu nome é Bagdá”, sono adolescenti dal genere non conforme, alla ricerca di sé e di un proprio posto nel mondo, che riescono a combattere discriminazioni e violenza costruendo relazioni solidali e potenzianti, Iris, la cinquantenne protagonista di “Margen de error”, mette invece in discussione la stabilità della sua vita e delle sue relazioni, seguendo la possibilità di un cambiamento che presenta però qualche margine di errore. Il primo amore o un nuovo amore, quindi, ma anche l’amore passionale e cangiante di una coppia che, al suo interno, contiene molte coppie diverse in “Fin de siglo”, e l’amore perduto in “Ne croyez surtout pas que je hurle”, in cui il cinema si fa diario. Un percorso che tocca quindi anche il tema della memoria: memoria alla scoperta dei segreti di famiglia, come in “Saint Narcisse”, di Bruce LaBruce; memoria riscoperta di un intellettuale eretico nel Novecento italiano ne “Il caso Braibanti”, memoria, infine, degli spazi della comunità lesbica negli Stati Uniti nel documentario “All we’ve got”.
I nove festival hanno storie e percorsi differenti, sono accomunati però da una lungimiranza nell’agire culturale e un impegno costante, affinché la cultura cinematografica LGBTQ continui ad arricchirsi con le storie e le vicende delle protagoniste e dei protagonisti di quel variegato mondo che ruota attorno alle differenze legate agli orientamenti sessuali e alle identità di genere.
Un’operazione che vuole confrontarsi con i cambiamenti della società, allargando il proprio sguardo verso territori cinematografici nuovi, espressioni di posizioni eterodosse, trasversali, non convenzionali anche dal punto di vista delle poetiche e dei linguaggi. «La scelta di mettersi in rete nasce dal bisogno di confrontarci in maniera responsabile sui cambiamenti culturali e sociali generati in questi anni, anche attraverso le attività dei nostri festival», dichiarano le organizzatrici e gli organizzatori. Negli anni sono stati introdotti dei temi inediti per la distribuzione cinematografica nazionale ed è volontà dei festival riconoscersi precisamente in una formula che utilizzi la cultura cinematografica come una preziosa occasione per la creazione di comunità.
«Stiamo assistendo a una rapida e profonda trasformazione delle modalità di produzione e fruizione del cinema e delle forme di aggregazione delle comunità, così come è cambiata negli ultimi anni la vita delle persone LGBTQ, grazie anche alla conquista di alcuni diritti prima negati e alla sempre maggiore diffusione di pratiche di attivismo politico, sociale e culturale», per questo motivo i festival del Coordinamento sentono la necessità di riflettere insieme su questi cambiamenti, per gettare le basi di un rilancio progettuale per il futuro. «Il Coordinamento auspica un rilancio che sia più efficace nel trovare delle possibili risposte ai bisogni delle comunità e dei nuovi pubblici, così come per il lavoro di registe, registi e regist* e dell’intero sistema di produzione e distribuzione cinematografica», affermano le/i rappresentanti dei festival.
Un’occasione che in questo periodo di chiusura delle sale cinematografiche si impegna a immaginare e costruire la futura proposta culturale. «Riteniamo sia doveroso cominciare a ripensare già da adesso al futuro con una visione più inclusiva, con uno sguardo che derivi da una nuova sensibilità maturata in questi mesi in cui si è posta all’attenzione di tutte/i la gravità e il peso della frammentazione e dell’impossibilità di incontro», concludono le organizzatrici e gli organizzatori di “Taglio Lungo”.