avvocatoinprimafila il metodo apf

Creed II, Sly tra pugni e famiglia

Anche se la formula è sempre la stessa, caduta e redenzione sul ring e nella vita, è da non perdere ‘Creed II’, ottavo episodio, e forse ultimo, della saga di Sylvester Stallone nei panni ora di un anziano Rocky Balboa diviso tra pugni, famiglia e lacrime.

Il film di Steven Caple Jr. (The Land), in sala dal 24 gennaio con la Warner Bros, interpretato da Michael B. Jordan nei panni di Adonis Creed e da Stallone non è altro che il sequel del film del 2015 ‘Creed – Nato per combattere’, che incassò oltre 170 milioni di dollari ai botteghini di tutto il mondo. Che ne è di Adonis Creed? Grazie alla guida, paternale e da coach, di ‘zio’ Balboa ora è un affermato campione del mondo che ha anche trovato la donna da amare, Bianca (Tessa Thompson), talentuosa cantautrice con cui vuole mettere su famiglia. Anche sua madre adottiva poi, Mary Anne Creed (Phylicia Rashad), finalmente lo ha accettato, anche se non voleva che seguisse le orme del padre morto sul ring.

Ma i mostri del passato sembrano non dormire mai, specie per un ragazzo che non è ancora in pace con se stesso. Un passato, quello di Creed, che ha un nome e un fisico ingombrante: Viktor Drago (Florian ‘Big Nasty’ Munteanu), figlio di quell’Ivan Drago (Dolph Lundgren), pugile russo che aveva ucciso il padre Apollo trent’anni prima. La sfida con questo campione dei pesi massimi imbattuto – e che si anima come un automa omicida ad ogni parola del padre all’angolo del ring – è insomma inevitabile. E sarà anche doppia sfida, prima negli Usa e poi in Russia, come richiede la più classica delle drammaturgie tra caduta e riscatto. Ma in questo film in cui i valori della famiglia sembrano centrali, con relative ed eventuali lacrime da consumare, va detto che i combattimenti sono davvero perfetti (si è come coinvolti in prima persona a prendere botte come a darle), anche se a prevalere su tutto è la malinconia, soprattutto nel finale (che non riveliamo).

Così potrebbe essere vero che questo ‘Creed II’ è l’ultimo atto, l’addio di un Balboa ormai nonno dal cuore tenero. Ha scritto l’attore su Instagram: “Vorrei ringraziare tutte le persone in tutto il mondo che hanno portato la famiglia di Rocky nel proprio cuore per oltre quarant’anni. È stato un grande privilegio creare e interpretare questo personaggio. Anche se mi si spezza il cuore, sfortunatamente tutte le cose devono passare… e finire. Vi amo, persone gentili e generose, e la cosa più fantastica di tutte e che Rocky non morirà mai perché vive dentro di voi”.

Exit mobile version