(ANSA) ROMA 18 FEB – Con La casa di Jack (The House that Jack Built) si entra, più che in un film, nell’inferno personale di Lars Von Trier, nel suo aristocratico nichilismo pieno di riferimenti culturali. Il film, a Cannes 2018 fuori concorso, arriva in sala dal 28 febbraio distribuito da Videa, si ispira liberamente a Jack lo Squartatore (interpretato da Matt Dillon), un serial killer artista con una mission: rendere l’omicidio un’opera d’arte. “Più che un semplice serial killer – spiega oggi a Roma l’attore – il mio Jack è uno psicopatico a cui manca completamente ogni tipo di empatia, ma è anche un artista fallito”.
Un’opera comunque brutale, La casa di Jack con Bruno Ganz nella sua ultima interpretazione sul grande schermo. “Certo il personaggio di Jack è stato difficile da accettare, ma ammiravo da sempre Lars Von Trier e la sceneggiatura era poi molto interessante”, spiega Dillon. Nel cast del film diviso in cinque capitoli: Uma Thurman, Siobhan Fallon Hogan, Sofie Grbl e Riley Keough.