(ANSA) – ROMA, 16 GEN – E’ difficile mettere mano a un testo
di Marguerite Duras, pieno di atmosfere intime e parole alte
come La Douleur (in Italia edito da Feltrinelli col titolo Il
dolore) e farne un film omonimo come quello di Emmanuel Finkiel,
in sala dal 17 gennaio distribuito da Valmyn e Wanted. Difficile
distaccarsi dal testo dell’autrice, derivato da un suo diario,
che racconta come nel giugno 1944, nella Francia sotto
l’occupazione tedesca, lo scrittore Robert Antelme, maggior
rappresentante della Resistenza e marito della scrittrice, venga
arrestato e deportato. La sua sposa, Marguerite Duras (Melanie Thierry), è presa
subito dall’angoscia di non avere sue notizie e soprattutto dal
senso di colpa per la relazione segreta con il suo amico Dyonis
(Benjamin Biolay). Pronta a tutto per di sapere qualcosa di
Robert, la donna si lascia coinvolgere poi in una relazione
ambigua con un affascinante agente francese della Gestapo,
Rabier (Benot Magimel) l’unico a poterla davvero aiutare.