“La profezia dell’armadillo” è un film del 2018 diretto dal regista esordiente Emanuele Scaringi, tratto dall’omonima graphic novel da centomila copie del fumettista romano Zerocalcare e presentato alla 75^ Mostra d’Arte del Cinema di Venezia
“La profezia dell’armadillo” è un film del 2018 diretto dal regista esordiente Emanuele Scaringi, tratto dall’omonima graphic novel da centomila copie del fumettista romano Zerocalcare e presentato in anteprima nella sezione Orizzonti alla 75^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.
Zero, interpretato da Simone Liberati, è un ventisettenne romano che vive nel quartiere di Rebibbia nella cosiddetta Tiburtina Valley. Non avendo ancora un lavoro fisso si divide fra la creazione di fumetti e illustrazioni per gruppi punk indipendenti, ripetizioni di francese e i controlli delle file ai check-in dell’aeroporto. Le sue giornate trascorrono sempre allo stesso modo e l’unica presenza costante nella sua vita è quella dello storico amico Secco (Pietro Castellitto). Al ritorno a casa Zero trova ad attenderlo il fidato amico Armadillo (Valerio Aprea), creazione del suo immaginario e rappresentante la parte più critica della sua coscienza che lo aiuta a comprendere i propri pensieri e ad analizzarli. La notizia arrivata via e-mail della morte di Camille, compagna di scuola e primo amore del protagonista, porta Zero ad un bivio in cui è costretto a rivedere tutta la sua vita e a decidere che cosa fare del proprio futuro. Non era sicuramente un compito facile quello di trasportare sul grande schermo l’opera a fumetti di Zerocalcare ma il regista romano è riuscito a mettere in scena un film che affronta con leggerezza un tema pesante e scomodo come quello dell’elaborazione di un lutto. Il film è retto dalle interpretazioni dei due giovani attori Simone Liberati e Pietro Castellitto che sono riusciti a calarsi con una spontanea naturalezza nei ruoli di Zero e Secco, quest’ultimo in particolare è stato la vera rivelazione del film: una spalla divertente, a tratti surreale e una perfetta controparte per il protagonista. Una menzione speciale va fatta sicuramente al cammeo di Adriano Panatta protagonista di un comico siparietto con il protagonista. Panatta, nel ruolo di sé stesso, non viene riconosciuto da Zero durante uno dei suoi questionari campione in aeroporto e attraverso sapienti termini del linguaggio sportivo, impartisce una grande lezione di vita sia al protagonista ma anche allo spettatore.
Foto sotto: una scena del film con Simone Liberati (repubblica.it)