Parte con una commedia australiana con dentro il tema dell’immigrazione, senza però barconi sul mediterraneo, ma quella legale e controllata anni Cinquanta verso la lontana Australia, questa 65a edizione del Taormina Film Fest. Si tratta di ‘Ladies in Black’ che stasera sarà proiettata al Teatro Antico alla presenza del regista Bruce Beresford e dell’attrice Julia Ormond.
Il regista di “A spasso con Daisy” ci porta a Sydney, durante la stagione natalizia del 1959, ed esattamente nel grande magazzino Goode, una sorta di ‘Paradiso delle signore’ australiano dove quattro commesse vivono quegli anni fondamentali per lo sviluppo e la crescita di quella coscienza femminile divisa tra grande solidarietà e voglia di riscatto.
Tutto parte con Lisa, una ragazza colta quanto ingenua, che, in attesa di iscriversi all’università, viene assunta come nuova assistente al grande magazzino per la sola stagione natalizia. La ragazza prima amicizia con Fay, che inizialmente è diffidente nei confronti degli immigrati, poi con Patty, una donna che cerca più attenzione da suo marito troppo distratto dalle altre donne, e, infine, è la volta di Magda (Ormond), solida e matura immigrata che viene dalla Slovenia che la presenta agli altri suoi amici europei e in qualche modo la adotta. Da qui un’amicizia al femminile che va oltre ogni provenienza nazionale in un’Australia ancora relativamente aperta all’immigrazione grazie alle sue immense risorse ancora tutte da sfruttare. Adattamento del romanzo bestseller omonimo di Madeleine St John, questa commedia drammatica è comunque volutamente piena di leggerezza sullo sfondo del risveglio culturale di un’Australia, quasi priva di classe media, e animata invece dalla voglia di liberazione delle donne. “Ho letto e molto amato Il romanzo di St John che racconta la massiccia immigrazione dall’Europa negli anni Cinquanta che ebbe allora un grande impatto in Australia, ma volevo raccontare tutto questo con leggerezza – spiega a Taormina il regista – .
Comunque un grande amore per questo libro scoperto da me negli anni Novanta e che sono riuscito a far diventare film solo dopo 23 anni”. “Conoscevo il lavoro fantastico di Beresford – dice invece la britannica Ormond (Il curioso caso di Benjamin Button) che dà al film quel tocco di internazionalità in un cast tutto local – e così ho subito accettato questo film con protagonista questa giovane ragazza che cresce in questa comunità femminile. E questo anche per raccontare il suo viaggio verso l’integrazione”.
Comunque, spiega ancora il regista, “l’immigrazione non è cambiata molto da allora. Più che altro sono cambiate le nazionalità allora veniva molta gente dall’Europa ora invece dall’Asia. Questo ha fatto dell’Australia un Paese ancora più cosmopolita di prima e comunque non sempre tollerante. Si calcola – conclude Beresford – che oggi arrivino ogni anno circa duemila persone”.(ANSA).