(ANSA) – ROMA, 23 OTT – Solare, ironica, trascinante nella sua simpatia, Lucia Bosè 88 anni splendidamente portati, ha sempre avuto ben chiare le prorità, da quando 11enne, durante la guerra, dopo il bombardamento della sua casa, vicino Milano, “la mia famiglia, andando via con tutte le nostre cose, si stava dimenticando di me, che ero vicino alle macerie. Ho corso e mi sono attaccata alla corda di uno dei carri, e sono ancora attaccata a quella corda”.
Lei ha capito in quel periodo “che la vita va vissuta appieno, guardando sempre avanti e sono arrivata alla mia età felice e serena”. L’attrice lo racconta nell’incontro con il pubblico organizzato per l’uscita di ‘Lucia Bosè. Una biografia’ di Roberto Liberatori (Edizioni Sabinae).
Il cinema “per me è stato un mestiere che ho cercato di fare con arte. Non gli ho sacrificato tutto, volevo continuare a vivere” spiega. L’ora è stata densa di aneddoti, riflessioni e risate. “Visconti – dice – era come un fratello, quasi un amante. Mi ospitò anche a casa sua e fu lui a scoprirmi. Avevo 15 anni, venne nella pasticceria a Milano dove lavoravo, mi guardò e mi disse che ero un animale cinematografico. Allora mi sembrava matto”. Ava Gardner “è stata la donna più bella che abbia mai visto, era molto simpatica e selvaggia”.
Da 60 anni Lucia Bosè vive in Spagna (dove si trasferì per sposare Dominguin (“lì mi consideravano, esendo italiana, comunista e qui il contrario, siccome vivevo sotto la dittatura franchista”.