(ANSA) CANNES 19 MAG – Con ‘A Hidden Life’, dramma sulla seconda guerra mondiale di Terrence Malick in corsa al Festival di Cannes, il regista filosofo torna sui suoi passi e racconta una storia vera, continua, senza sbalzi temporali. Non rinuncia però alla voce fuori campo, al suo coro tragico-metafisico di sempre, per raccontare, attraverso una storia di disobbedienza il non senso di tutto, l’assenza di Dio o ancora la presenza di un Dio malvagio che “quando ha creato questo mondo ha creato il male”. Di scena una storia cristologica con protagonista August Diehl nei panni di Franz Jägerstätter, obiettore di coscienza della seconda guerra mondiale che fu beatificato nel 2007. Ovvero un contadino austriaco, fervente cattolico, che visse nel borgo di Sankt Radegund e nel 1938 all’arrivo dei nazisti fu l’unico del suo paese a votare contro la Anschluss, l’annessione alla Germania di Hitler. Scoppiata poi la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943 si rifiutò di arruolarsi nell’armata dell’Asse.