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Quando l’amore è eterno

Alain Delon si presenta alla redazione del quotidiano Le Figaro e chiede di pubblicare un pensiero in ricordo dell’amore più grande della sua vita: Romy Schneider. La loro fu una coppia artistica, forse la più bella della storia del cinema

Il 23 settembre Rosemarie Magdalena Albach-Retty, nota al grande pubblico col nome d’arte di Romy Schneider, avrebbe compiuto 80 anni. L’attrice austriaca ha lasciato la vita terrena da ben 36 anni, quando ne aveva appena 44 ed era ancora nel pieno della sua bellezza. Romy Schneider fu stroncata ufficialmente da un arresto cardiaco ma molti sostengono che si sia suicidata, vinta dai troppi dolori: la morte del figlio David, a soli 14 per un incidente, da un tumore seppur sconfitto, dall’alcolismo e da una vita sentimentale turbolenta, alla perenne ricerca di una felicità mai raggiunta e solo sfiorata. Il suo amore più grande fu senza dubbio Alain Delon. La loro fu una coppia artistica, forse la più bella della storia del cinema, e nella vita. Con Alain l’attrice aveva trovato la stabilità sempre cercata e mai trovata, ma la loro unione, folle e passionale durò solo sei anni, nel corso dei quali la Schneider perdonò al compagno anche una scappatella (con annesso figlio) con la cantante tedesca Nico.

I due, però, continuarono ad amarsi a distanza. Romy Schneider arrivò ad ammettere che Delon, pur stando con altre donne, non l’avrebbe mai abbandonata e sarebbe sempre corso in suo aiuto, di lei fragile e perennemente preda dei suoi demoni. Ma l’attrice, prima di morire, si lamentò anche del fatto che Alain, durante la loro relazione, non amasse scriverle delle lettere.

Si rifarà Alain, smentendo la sua amata, nell’immediatezza della morte di Romy, quando scrisse una bellissima lettera pubblicata su Paris Match: “Ti guardo dormire. Sono accanto a te, sei vestita di una lunga tunica nera e rossa, ricamata sul petto. Sono fiori credo, ma non li guardo, Ti dico addio, il più lungo degli addii, mia Puppelé Ti guardo dormire, dicono che sei morta. Penso a te, a me, a noi. Di che cosa sono colpevole? Riposati. Sono qui, vicino. Ho imparato un po’ di tedesco, grazie a te. Ich liebe dich. Ti amo. Ti amo, mia Puppelé”.

Lo scorso 23 settembre, Alain Delon ha varcato la soglia del quotidiano parigino Le Figaro, chiedendo che gli fosse pubblicato un pensiero in memoria dell’attrice nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Poche parole ma sentite, parole cariche d’amore: “Oggi Romy Schneider avrebbe compiuto 80 anni. Chi la ama le mandi un pensiero. Grazie.”

Ci uniamo alla richiesta di Alain Delon, inviamo un pensiero a una delle icone della bellezza femminile e a una grande donna. Sì, perché Romy Schneider non era solo bella e fragile, ma fu anche un’eroina, capace di sostenere economicamente e come una vera militante il gruppo clandestino chiamato “Schutzkomitee Freiheit und Sozialismus”, una cellula fondata da alcuni intellettuali tedeschi a Berlino Ovest che si batteva per la scarcerazione dei detenuti politici della Repubblica Democratica Tedesca. Per questo suo impegno, ogni suo movimento, fu seguito per anni dalla temibile STASI.

Fotp sotto: Delon e Schneider ai tempi d’oro (m.dagoscopia.com)

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