Lo sguardo già deciso di un giovane autore. La dimostra Carlo Sironi (figlio di Alberto, scomparso qualche settimana fa, regista, fra gli altri, del Montalbano televisivo), in Sole, la sua opera prima,in gara nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia. Una storia forte, basata sull’incontro di due ventenni in una periferia laziale, uguale a tante altre: fra Bianca (Sandra Drzymalska), ragazza polacca pronta a ‘vendersi’ la figlia che porta in grembo, e Ermanno (l’esordiente Claudio Segaluscio) orfano di padre e dal presente precario, ‘ingaggiato’ dallo zio (Bruno Buzzi) (che con la moglie non può avere figli) per fingersi padre della piccola, e favorire così in maniera veloce, visto che è tra parenti, l’affidamento e poi l’adozione della bambina.
Un sotterfugio per la ‘compravendita’ di un bambino, del quale Sironi ha letto sul rapporto di una Ong. Poi, Melita Cavallo ex presidente del Tribunale dei minori di Roma, “mi ha confermato di aver visto casi così, un metodo che è anche meno costoso di altri. In genere passa tutto per un avvocato e si spendono intorno ai 30 mila euro totali”. Sironi per lo stile rigoroso del film, si è ispirato molto alle atmosfere a film giapponesi degli anni ’50, come quelli di Mikio Naruse: “La passione del cinema mi è nata da piccolo, anche perché mio padre mi ha fatto vedere già quand’ero bambino film come Aurora di Murnau, Gertrud di Dreyer, i film di Mizoguchi e mi piacevano molto… li usava anche per tenermi buono quando lo andavo a trovare in ufficio”.
Carlo Sironi, che era già stato a Venezia come autore di un corto, voleva “affrontare in Sole quel tema attraverso una storia privata. E soprattutto mi interessava raccontare l’impatto su Ermanno di quel viaggio inconsapevole verso la paternità, cosa cambia quando ti mettono una nuova vita in braccio e senti quel senso di protezione”. Sia Bianca che Ermanno si trovano davanti al “dover diventare adulti”. Per l’interprete di Bianca, “sapevo di aver bisogno di un’attrice vera e propria, e ho trovato Sandra dopo molti provini in vari Paesi dell’est”. Mentre per Ermanno “volevo qualcuno che non avesse mai recitato. Ho trovato Claudio in una scuola superiore di Roma e mi ha colpito subito, era come l’avevo immaginato. Ora so che vorrebbe continuare a fare l’attore. Penso che abbia la disciplina giusta per riuscirci”.
(ANSA).