Prima o poi doveva accadere, e ora accade: la passione sviscerata di Paolo Sorrentino per il Napoli e per gli anni mitici di Maradona diventa un film. Il calciatore argentino è fonte di ispirazione cinematografica da anni (il bellissimo film 2019 di Asif Kapadia, quello ormai del 2008 di Emir Kusturica, tra i tanti) ma questo di Sorrentino, annunciato oggi, sarà diverso da tutti gli altri proprio perché il premio Oscar della Grande Bellezza è un tifoso accanito. Ricevendo la statuetta ringraziò nell’ordine Fellini, i Talking Heads, Scorsese e Maradona (familiari a parte). E dunque ‘E’ stata la mano di Dio’, le cui riprese sono imminenti, sarà prima di tutto un grande atto di fede. E poi c’è il ritorno a Napoli. Il regista aveva anticipato qua e là che meditava di tornare a casa, venti anni esatti dopo il primo film L’uomo in più con Toni Servillo, che poi sarebbe diventato il suo attore-feticcio, che lo catapultò da esordiente alla Mostra del Cinema di Venezia cominciando la carriera internazionale. Maradona più Napoli: per Sorrentino, che ha compiuto 50 anni il 31 maggio scorso, il momento dei bilanci coincide con la nostalgia di casa e degli affetti stabili perché a lui, lo ha confessato in un’intervista tempo fa, Maradona ha salvato la vita (doveva andare a vedere Empoli-Napoli, per questo ebbe il permesso a 16 anni di non seguire i suoi in montagna, morti quella notte nel sonno per una fuga di gas). Il cinema domestico durante il lockdown, immaginato dalla spettacolare altana sui tetti di Piazza Vittorio (su Instagram quasi ogni giorno ha postato i tramonti romani su Santa Maria Maggiore da quella angolatura) è diventato un episodio del ciclo con autori di tutto il mondo Homemade, ma ora è tempo di tornare sul set. Quello americano, del film che ha in preparazione da mesi, con protagonista (e produttrice anche) Jennifer Lawrence, Mob Girl, non è al momento programmabile, slittato a quando le condizioni per girare in America saranno favorevoli, visto il perdurare dell’emergenza coronavirus. In Italia invece i set si riaprono e così a breve le riprese nel capoluogo partenopeo dove è nato, quartiere Arenella. A fargli coronare il sogno è Netflix, il nuovo player mondiale del cinema, che dopo Alfonso Cuaron (Roma) e Martin Scorsese (The Irishman) produce il film del cineasta premio Oscar. Il cast non è noto, né i ruoli. “Sono emozionato all’idea di tornare a girare a Napoli – ha detto Sorrentino – È stata la mano di Dio è, per la prima volta nella mia carriera, un film intimo e personale, un romanzo di formazione allegro e doloroso. Sono felice di condividere questa avventura col produttore Lorenzo Mieli, la sua The Apartment e Netflix. La sintonia con Teresa Moneo, David Kosse e Scott Stuber – di Netflix, sul significato di questo film, è stata immediata e folgorante. Mi hanno fatto sentire a casa, una condizione ideale, perché questo film, per me, significa esattamente questo: tornare a casa”. Sorrentino ne sarà anche produttore. Parla di “una storia scritta splendidamente con il suo stile inconfondibile”, il capo dei film di Netflix Scott Stuber. “Per costruire una grande casa di produzione, servono grandi filmmaker da ogni parte del mondo, che raccontino storie in tutte le lingue”. Quanto al titolo, a quei pochi che non lo sanno bisogna ricordare che “E’ stata la mano di Dio” fu la giustificazione passata alla storia che lo stesso asso argentino diede segnando di mano, quindi irregolarmente, all’Inghilterra nei quarti di finale dei mondiali 1986 contro l’Argentina, la stessa partita in cui Diego Armando Maradona segnò il gol del secolo scartando tutti gli avversari. In attesa che il calciatore, prossimo ai 60 anni, commenti la notizia pubblicamente, ci pensa il governatore De Luca a dare il bentornato a Sorrentino: Napoli già è in fermento.