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Toto Orso, tra Favolacce e Never Rarely

Nel non facile Toto Orso di questa edizione del Festival di Berlino, la 70/a che si chiude sabato sera, in corsa, stando ai rumors, sono soprattutto cinque film: DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel; l’onirico UNDINE di Christian Petzold; MY LITTLE SISTER di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond, film tra dolore e teatro e infine, in pole position, il nostro FAVOLACCE di Damiano e Fabio D’Innocenzo (su cui puntano molti inviati italiani alla Berlinale) e l’indie movie con aborto, NEVER RARELY SOMETIMES ALWAYS di Eliza Hittman. E questo, quando mancano all’appello solo due film che passeranno domani: IRRADIÉS Rithy Panh e il molto quotato iraniano THERE IS NO EVIL di Mohammad Rasoulof. Sul fronte Italia non finisce qui, VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti potrebbe infatti correre per l’Orso al miglior attore da assegnare ad Elio Germano che, tra l’altro, è anche uno dei protagonisti di FAVOLACCE. Tornando a DAU. NATASHA di Ilya Khrzhanovskiy ha dalla sua una singolare sperimentazione antropologica sado-maso e, soprattutto, la verità di un progetto che ricorda un Truman Show stalinista capace di liberare le zone oscure dell’uomo. Contro questo film c’è invece lo scandalo di alcune sequenze che potrebbero non piacere soprattutto al presidente di giuria Jeremy Irons. Ma è NEVER, RARELY, SOMETIMES ALWAYS di Eliza Hittman quello che mette d’accordo tutti . Di scena una storia on the road di una 17enne della Pennsylvania rurale alle prese con aborto, difficile da vivere e da raccontare, se non a New York. UNDINE del regista tedesco Christian Petzold oscilla tra amore, mito, fiaba e storia di Berlino e ancora un film tedesco come MY LITTLE SISTER di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond – che mescola, amore del teatro, Shakespeare, dolore, poesia e legame tra gemelli – sembra perfetto per i gusti di Jeremy Irons. Vero volano del film poi la performance di Lars Eidinger, attore teatrale omosessuale che si ammala di una forma di leucemia aggressiva. A lui potrebbe arrivare un meritato premio come miglior attore. Tra gli altri film degni di Palmares da non sottovalutare FIRST COW di Kelly Reichardt, western anomalo al femminile lungo le rive dell’Oregon. In giuria, oltre Irons, anche Luca Marinelli, che da anni vive a Berlino; Berenice Bejo (Argentina/Francia); la produttrice tedesca Bettina Brokemper; la regista palestinese Annemarie Jacir; il drammaturgo e regista americano Kenneth Lonergan e il critico e regista brasiliano Kleber Mendonca Filho. E SIBERIA di Abel Ferrara? Questo film in quota Italia al 70% non ha avuto buona accoglienza da parte della stampa estera, ma alcune immagini come quella del sole nero in una grotta sono rimaste nel cuore di molti. (
   

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