“Non ero mai stato in Italia, ora spero di poter girare qui un film”. Il premio Oscar Nick Vallelonga, sceneggiatore e produttore di ‘Green book’, riscopre a Ischia Global film & music festival le sue radici. E si incrocia sul palco con Joe Pantoliano, uno dei più celebri caratteristi di Hollywood (Emmy per il Ralph Cifaretto de I Soprano) che porta in anteprima il film ‘From The Vine’, girato in Lucania. Storie di grandi successi e piccoli preziosi film che raccontano lo sguardo affettuoso degli italoamericani verso un’Italia che sembra ferma nel tempo.
Raggiante per i riconoscimenti ricevuti sull’isola dal festival diretto da Pascal Vicedomini, Vallelonga, 60 anni a settembre, oltre ad essere il figlio del personaggio interpretato da Viggo Mortensen (Tony Lip) si racconta come un attivo protagonista del cinema americano, regista, produttore e attore in oltre 50 film. “Il mio primo ruolo? a 11 anni ne ‘Il Padrino’, cercavano dei bambini italiani e io ero già nell’ambiente” racconta ricordando che nella sua vita ha sempre respirato cinema (il papà è stato anche attore ne I Soprano, fa lo stesso lavoro il fratello Frank). Ma è lui l’artefice del successo dell’anno (3 Oscar e 3 Golden Globe) diretto da Peter Farrelly con Mortensen e Mahershala Ali.
In Green Book come è noto si ricostruice la storia vera di suo padre, che nel 1962 accompagnò come autista il celebre pianista afroamericano Don Shirley in un tour di concerti nel sud degli Stati Uniti. “Vivo a New York, la mia famiglia è di origini calabresi, sono nato nel Bronx. L’Italia l’ho sempre solo immaginata. Poi sono arrivato a Ischia e ho scoperto che era tutto vero quello che ho sempre creduto fosse lo spirito italiano. Qui c’è tanta gioia di vivere e tanta bellezza. Ho già promesso a me stesso che tornerò presto per un viaggio alla scoperta dei miei luoghi d’origine”.
E’ vero che non era convinto di Mortensen nel ruolo di un tipico italiano? ”Inizialmente avevo dubbi. Poi ho pensato al più grande ruolo di personaggio italiano che io ricordassi. Era il Padrino di Coppola, e neppure Marlon Bando era italiano…”.
L’hanno toccata le polemiche di chi sostiene che l’immagine dei protagonisti di Green Book sia troppo legata agli stereotipi? “Confesso di si, ne ho sofferto, ma il successo del film mi ha ripagato. Io volevo raccontare solo una storia di amicizia”.
Vallelonga attualmente sta girando Black Antenna, in cui interpreta il ruolo del proprietario di un negozio di animali, ed ha in cantiere molti progetti tra cui il film musicale That’s Amore!. “Proiettare Green Book in uno schermo sul mare in questo posto meraviglioso è stato un sogno, l’accoglienza è stata bellissima. E al festival ho avuto anche l’occasione per vedere Il Traditore di Marco Bellocchio. In molti mi hanno chiesto se potrà piacere all’Academy nel caso che l’Italia lo designasse per rappresentarla. A me è piaciuto moltissimo, complimenti al regista e a Favino. E’ un film da Oscar, sono convinto che avrebbe molte chances”.
Ed ecco Pantoliano, figlio di un autista e di una sarta del New Jersey, che la sua storia italiana l’ha già vissuta, protagonista del film di Sean Cisterna. “Racconta una avventura quasi mistica, sicuramente romantica – dichiara ricevendo il premo alla carriera e ricordando le difficoltà delle comunità italiane- la nostra vita non è stata facile, penso spesso che gli immigrati di seconda generazione non parlano più la lingua dei loro avi. Ma questa è l’America e ti devi adeguare”. Ha commosso il pubblico di Ischia la storia del dirigente di un’azienda automobilistica canadese che fa ritorno nel piccolo paese potentino di Acerenza, trovando abbandonata la fattoria e la vigna del nonno. Ma dalla sua crisi personale e dalla delusione nascerà una sfida: e ancora una volta il sogno italiano si avvererà. (ANSA).