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Weekend cinema, grandi film in home video

Per chi resta in casa, davvero tutti, la disponibilità dell’home video con le sue novità settimanali, riserva vere anteprime e grandi riscoperte. Questa settimana diamo spazio a quattro film recenti a cinque capolavori del passato che vale la pena di riscoprire.
    – L’UFFICIALE E LA SPIA di Roman Polanski con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric, Melvil Poupaud, Damien Bonnard, Denis Podalydès, Vincent Grass, Grégory Gadebois, Wladimir Yordanoff, Didier Sandre. Per molti è il film dell’anno, altri lo hanno osteggiato in ogni modo per i trascorsi del regista. In ogni caso si tratta di un film per molti versi perfetto, sia nella ricostruzione storica che per la sapienza composta con cui è girato. Senza dimenticare il forte messaggio antirazzista. Accusato dall’esercito francese di essere una spia dei tedeschi all’alba del Novecento, l’ebreo Dreyfus finisce condannato ai lavori forzati. Il colonnello Piquard, capo dei servizi francesi, prima crede alla sua colpevolezza, poi si batterà in ogni modo per restituirgli l’onore e la libertà. Tutto è vero nel film e tutto è una perfetta costruzione narrativa.
    – LE MANS 66 di James Mangold con Christian Bale, Matt Damon, Jon Bernthal, Caitriona Balfe, Noah Jupe, Josh Lucas, JJ Feild, Tracy Letts, Ray McKinnon, Marisa Petroro. Il personaggio di Chistian Bale (il collaudatore Ken Miles) sarebbe piaciuto a Steve McQueen in questa ricostruzione dell’epica sfida che oppose Ferrari e Ford negli anni ’60 per vincere il titolo di Formula Uno. Grazie al visionario ingegner Carroll Shelby, ex pilota ammalato di cuore, la marca americana trionferà, ma a quale prezzo? Un film ingiustamente ignorato all’Oscar.
    – CETTO C’E’: SENZADUBBIAMENTE di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Gianfelice Imparato, Davide Giordano, Lorenza Indovina. Il sindaco di Marina Di Sopra, al secolo Cetto Laqualunque, si è ritirato in Germania dopo il fallimento in politica. E nella sua nuova patria è diventato un influente impresario della ristorazione, con moglie tedesca e suoceri neonazisti. Richiamato in Italia per assistere la zia in fin di vita. E qui apprenderà le sue vere origini nobili nobiliari, anzi regali.
    – THE INFORMER di Andrea Di Stefano con Joel Kinnaman, Rosamund Pike, Clive Owen, Ana de Armas, Common, Sam Spruell, Martin McCann, Eugene Lipinski. Opera seconda di un attore amato dai casting di Hollywood, è l’adattamento di un romanzo svedese.
    Trapiantata l’azione in America, Di Stefano segue i passi dell’ex militare Pete che finisce in carcere per aver difeso la moglie con la forza. Due agenti di polizia gli promettono la libertà se diventerà un informatore infiltrato nella gang del Generale, boss di New York. Ma al momento di evadere, Pete viene coinvolto nell’uccisione di un agente sotto copertura e da quel momento diventa il bersaglio di malavita e FBI.
    – L’ULTIMA CASA A SINISTRA di Wes Craven (1972) con Sandra Cassel, Lucy Grantham, David Hess, Fred J. Lincoln, Jeramie Rain. Girato in poco più di un mese a basso budget è considerato un elemento fondamentale nella filmografia dell’autore e del genere horror, da cui si distanzia però per il crudo realismo della trama. Due ragazzine, grazie alla benevolenza dei genitori, vanno da un amico per fumare un po’di erba. Qui però finiscono preda di un gruppo sanguinario di violenti che a turno le violenta, tortura e infine uccide. Quando però il gruppo si rifugia in una casa isolata per sfuggire alla polizia non sa che ha scelto proprio quella dei genitori di una delle vittime. E i genitori si vendicheranno senza pietà.
    – UNA SQUILLO PER L’ISPETTORE KLUTE di Alan J. Pakula (1971) con Jane Fonda, Donald Sutherland, Charles Cioffi, Roy Scheider, Dorothy Tristan, Rita Gam, Nathan George, Vivian Nathan, Morris Strassberg e Sylvester Stallone (non accreditato). Oscar alla protagonista, è un thriller complesso: dovrebbe ruotare intorno al poliziotto Sutherland che indaga sulla misteriosa scomparsa di un industriale. In realtà ben presto a prendere la scena è una prostituta che potrebbe conoscere la verità dei fatti, minacciata da un ignoto killer. Un caposaldo della New Hollywood anni ’70.
    – GIOVANNA D’ARCO di Luc Besson (199) con Milla Jovovich, Dustin Hoffman, Faye Dunaway, John Malkovich, Tchéky Karyo, Vincent Cassel, Pascal Greggory, Gina McKee, Philippe Du Janerand, David Gant, Andrew Birkin, Timothy West, Jane Valentine. Sulle orme di grandi del cinema come Carl Theodore Dreyer e Roberto Rossellini, il regista di “Nikita” dà una versione eroica della Pulzella d’Orléans con grandi scene di battaglia, momenti epici e un ritratto a tutto tondo della protagonista.
    – ANIMAL HOUSE di John Landis (1978) con John Belushi, Tim Matheson, John Vernon, Verna Bloom, Tom Hulce, Karen Allen, Cesare Danova, Peter Riegert, Mary Louise Weller, Donald Sutherland, Kevin Bacon, Lisa Baur, John Landis. Il Toga Party con relative sfilata dei carri al termine dell’anno accademico resta un esempio inimitabile nella storia della commedia Usa.
    Protagonista Tom Hulce che, con l’amico Kent, si iscrive alla confraternita universitaria Delta Tau Chi. Ma ben presto a prendere la scena sono il capo della Delta (Tim Matheson) e il suo aiuto (John Belushi) nello scontro con le autorità pubbliche e la confraternita rivale. – I 10 COMANDAMENTI di Cecil B. De Mille (1956) con Charlton Heston, Yul Brynner, Anne Baxter, Edward G. Robinson, Yvonne De Carlo, John Carradine, Judith Anderson, John Derek, Richard Farnsworth, Nina Foch, Cedric Hardwicke, Vincent Price, Martha Scott, Debra Paget. E’ il film che non manca mai in tv quando si avvicina Pasqua. Buona idea anticipare con una versione restaurata e integrale del kolossal con Charlton Heston nei panni di Mosè che porta il suo popolo fuori dall’Egitto verso la Palestina. A insidiarlo il faraone Ramsete II (Yul Brynner).
    Rispetto all’Antico Testamento il regista si prende numerose libertà, ma alle prese con le scene di massa (ad esempio il passaggio del Mar Rosso) dà il meglio di sé e per il resto si affida a una compagnia d’attori che restano nel pantheon di Hollywood. Immortale. 
   

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