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27 Novembre Giornata della Memomoria: La Shoah un crimine contro l’Umanità

Coloro che si macchiano di questi crimini, siano essi organi di uno Stato, funzionari civili o militari, oppure semplici cittadini, debbano essere ritenuti “personalmente” e “singolarmente” responsabili del crimine stesso

Lo sterminio, che noi ricordiamo il 27 gennaio (giorno in cui terminò 27 gennaio 1945) con il nome di SHOAH , erano ebrei,   che venivano chiusi nei lager, e  tutta quella  follia  non rispondeva a una logica militare o imperiale, ma a una visione demoniaca di un Folle . Per gli   autori dell’Olocausto, l’umanità era stata creata male, c’erano ‘razze’ che non meritavano di vivere, e queste ‘razze’ andavano eliminate, per perfezionare l’umanità, un progetto per correggerla. Gli Ebrei  che venivano uccisi non scontavano la colpa di un’opposizione o di una resistenza, ma soltanto la colpa di esistere. Fu il piu’ grande crimine contro l’Umanita’.

Tale crimine, definito come la “sistematica distruzione di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”, verrà codificato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nella Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948.

Il 9 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva all’unanimità la “Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio”.

Viene qualificato genocidio “uno qualsiasi degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale:

– uccisione di membri fisici del gruppo;
– attentato all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
– assoggettamento intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza dirette a provocare la sua distruzione fisica totale o parziale;
– provvedimenti miranti a impedire le nascite nell’ambito del gruppo, quali sterilizzazione, aborto, impedimenti al matrimonio;
– trasferimento forzato di bambini di un gruppo in un altro gruppo”.

La Convenzione stabilisce che coloro che si macchiano di questi crimini, siano essi organi di uno Stato, funzionari civili o militari, oppure semplici cittadini, debbano essere ritenuti “personalmente” e “singolarmente” responsabili del crimine stesso e pertanto sottoposti a giudizio davanti a tribunali locali oppure internazionali.

Genocidio e crimini contro l’umanità non cadono in prescrizione e comportano il risarcimento. Elementi fondamentali, la cui presenza qualifica il crimine di genocidio sono:

– l’intenzione ovvero la pianificazione dell’eliminazione del gruppo umano preso di mira;
– lo Stato come agente organizzatore di tale pianificazione;
– uno o più atti criminali rivolti contro persone in quanto membri di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.

-È il gruppo intero ad essere perseguitato ed il genocidio è quindi ritenuto il più grave dei crimini contro l’umanità.

La Convenzione entra in vigore il 12 gennaio 1951, ratificata da più di venti Paesi. Il 4 novembre 1988, sotto la presidenza di Ronald Reagan, la firmano anche gli Stati Uniti.
La Convenzione non ha tuttavia rappresentato la parola definitiva per quanto riguarda le diverse accezioni del concetto di genocidio. Il dibattito svoltosi negli anni ne ha ampliato i confini, cercando di rimediare ad alcune omissioni. Per esempio, la mancata inclusione nella definizione di genocidio del gruppo sociale, di quello sessuale e di quello politico, i quali ne sono stati tutti vittime dopo il 1945.

Genocidi e crimini contro l’umanità non cessano con la Seconda guerra mondiale. Nonostante il “mai più” gridato dopo l’orrore della Shoah, una scia di sangue cola lungo tutto il XX secolo e oltre. In molti casi risultano difficili la condanna e soprattutto la prevenzione dei crimini in sede internazionale per l’opposizione degli Stati che ne sono responsabili o complici.

È delegato all’Onu il compito di denunciare i Paesi che si rendono colpevoli di crimini contro l’umanità, ma l’obbligo dell’unanimità nel Consiglio di Sicurezza e la presenza, con diritto di veto, di Stati poco sensibili al rispetto dei diritti umani e civili, rende spesso problematico condannare i comportamenti delittuosi.

FONTE 

 

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