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A 6 anni dal terremoto, il centro storico di Amatrice rinasce

(di Gianluigi Basilietti) 

L’alba di un nuovo giorno ad Amatrice ha le sembianze delle gru e dei ponteggi che stanno a raccontare che, sei anni dopo la terribile scossa, la ricostruzione è stata avviata. Anche se con grande fatica. La visita ai principali cantieri – l‘orfanotrofio Don Minozzi, il tunnel dei sotto servizi nel centro storico e l’ospedale – organizzata dalla struttura commissariale assieme al Comune e alla Regione Lazio, alla vigilia del sesto anniversario dal sisma che provocò distruzione e la morte di 303 persone (239 solo ad Amatrice), ha il sapore di un’iniezione di fiducia che si traduce sia nelle parole del commissario Giovanni Legnini che in quelle del sindaco Giorgio Cortellesi che, però, non le manda a dire alle “massime autorità istituzionali” che quest’anno, sottolinea, disertano l’anniversario. Una sottolineatura che potrebbe vedere però qualche eccezione, specie tra i politici.

Non si esclude infatti la presenza nel centro reatino del leader della Lega Matteo Salvini e di qualche altro big.

“Oggi ad Amatrice – spiega il commissario – sono aperti 485 cantieri, una quarantina nel centro storico e alcuni condomini sono stati riconsegnati”. “Questo – aggiunge – è l’anno vero della ricostruzione e lo dico con oggettività, senza alcun trionfalismo”. Alla domanda su quanto si impiegherà per ricostruire Amatrice, il commissario è netto: “Dipende dal ritmo di presentazione dei progetti”. E commentando l’ascesa dei prezzi e il superbonus 110 per cento che hanno “frenato” la ricostruzione del cratere sismico, sottolinea che “è stata una corsa ad ostacoli negli ultimi due anni. Ogni volta abbiamo cercato di superare tutte le difficoltà, adesso spero che tutto possa procedere spedito”.

Il sindaco immaginando la Amatrice del futuro – “Diventeremo il borgo più bello d’Italia” – non ha digerito quella che lui chiama “assenza della politica”. “Che in questo sesto anniversario ci ha dimenticato – spiega Cortellesi – Avremmo voluto la presenza delle alte cariche dello Stato, a cominciare dal presidente del Consiglio, Mario Draghi e lo dico con il massimo rispetto per il ministro Maria Cristina Messa che sarà domani ad Amatrice”. “Non ci sentiamo invece dimenticati in senso assoluto perché è ancora grande l’attenzione degli italiani verso la nostra situazione”, ha aggiunto il sindaco.

“Sul fronte della ricostruzione, questo è l’anno della ripartenza, siamo all’alba di un nuovo giorno”, ha detto convinto Cortellesi, che non dimentica un pensiero alle vittime: “La ricostruzione la dobbiamo proprio a loro e alle loro famiglie”. Se la torre civica rimasta in piedi nel centro storico raso al suolo è una delle icone del terremoto 2016, il recupero del Don Minozzi è strategico per il futuro, anche economico, della cittadina laziale una volta ricostruita. Il Don Minozzi era un gigantesco complesso nato per dare un futuro agli orfani di guerra. Il suo recupero – è il cantiere privato più grande della ricostruzione, finanziato con 43,8 milioni di euro – è guidato dall’archistar Stefano Boeri che lo ha ripensato completamente. “Il Don Minozzi – spiega L’architetto – sarà una delle grandi componenti della rinascita di Amatrice e sarà ricostruito anche con le sue macerie e questo è un processo interessante, sia in termini di economia circolare, sia per una specifica valenza simbolica”.

Fonte Ansa.it

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