avvocatoinprimafila il metodo apf

AAA artigiano cercasi: enormi possibilità sul mercato di un lavoro nobile e chissà perché rifiutato

Bisognerebbe spiegare alle valanghe umane con in tasca la “laurea in infermieristica” (una volta si chiamava più realisticamente diploma), che affollano in 10.000 i concorsi per 1 posto fisso da infermiere, che il mercato del lavoro è un po’ cambiato

Claudia Osmetti per “Libero Quotidiano”

Più ricercati dei tecnici della Nasa e più corteggiati dei supermanager di Piazza Affari: ma quali plurilaureati, professori, intellettuali della domenica, il mercato del lavoro ha bisogno di artigiani.

Di gente disposta a sporcarsi le mani (non per modo di dire) e a darsi da fare fin da subito. Di falegnami e di giardinieri, di calzolai e di orefici, di camerieri e di sarti. Al limite di operai specializzati.

Solo che non si trovano: è difficile coprire un posto su quattro nonostante la facilità nel trovare un’ occupazione e retribuzioni variabili da 25.000 a 40.000 euro euro lordi annui. È quel che emerge dall’ Osservatorio di E-work, Agenzia per il Lavoro leader in Italia e presente sul territorio nazionale con 34 filiali.

Un allarme ormai diffuso un po’ ovunque. I centri per l’ impiego di Imperia (in Liguria), in questi giorni, hanno tappezzato i loro annunci con volantini destinati a responsabili tecnici della temoidraulica, a floricultori e a un numero imprecisato di cuochi che nemmeno si contano.

Quelli di Parma (in Emilia Romagna) stanno scandagliando le domande per scovare un operai idraulico junior (la selezione è persino urgentissima), un addetto al settore cartotecnica e un manutentore elettrico. A Cremona (in Lombardia) scarseggiano elettricisti, contabili, progettisti idraulici e autisti.

Ragazzi, la scuola è importante, ovvio. Ma padroneggiare un’ abilità pratica aiuta. Eccome. Invece nel nostro Paese gli apprendisti che si approcciano al mercato del lavoro sono sempre di meno, negli ultimi anni sono diminuiti del 43%: negli anni Settanta (quando gli strascichi del boom economico trainavano ancora l’ occupazione) se ne contavano 721mila, nel 2015 si arrivava a malapena a 410mila.

Troppo pochi. E dire che, dati e statistiche alla mano, l’ assunzione sarebbe anche un gioco da bambini. L’ 82,5% degli studenti degli Istituti tecnici superiori, l’ anno scorso, ha trovato un posto fisso un anno dopo la maturità, la maggior parte di loro in un ufficio (o in un’ officina) coerente al proprio percorso di studio appena concluso.

Gli iscritti a queste scuole hanno la strada spianata, nei prossimi cinque anni si stima che serviranno almeno 272mila tra periti ed esperti tecnici. E se questo non bastasse, a scorrere gli annunci on-line arriva la conferma bollata: il lavoro più richiesto a colpi di click nel 2017 è stato proprio quello dell’ idraulico.

Secondo il portale ProntoPro.it (che si occupa di queste comparazioni) il solo giro d’ affari “digitale” della categoria che si occupa di rubinetti e sostituzioni della caldaia ha fatturato, in un anno solare, quasi 13 milioni di euro – 8 milioni gli elettricisti, 4 gli imbianchini. Eppure son sempre di meno.

In attesa che i ragazzi smettano di pensare a questi lavori come poco dignitosi (chissà perché), nascono istituti come le quattro nuove scuole dell’ Arte e dei Mestieri aperte a Roma: i banchi sono a esaurimento posti (le immatricolazioni scadono il prossimo 3 settembre), meglio farci un pensierino.

A Firenze la Maison Fratelli Piccini (un’ istituzione tra i gioiellieri dell’ Arno) ha di recente bandito un premio destinato ai giovani con un’ età compresa tra i 18 e i 29 anni: chi se lo aggiudica vincerà un tirocinio trimestrale e poi chissà, quel “tempo indeterminato” che per molti è ancora un miraggio. A Padova ha preso il via il primo corso nazionale per tappezzieri: le lezioni sono garantite da un fondo europeo, il vanto è quello del “made in Italy” che altrimenti rischia persino di scomparire.

Tocca farsene una ragione: gli esami all’università non sempre ripagano della fatica riposta. Gli artigiani la sanno lunga, anche più dei docenti che (spesso) pontificano dottrine teoriche che, parliamoci chiaro, non riparano di certo la doccia quando il soffione perde. Per quello ci vuole un esperto.

«La grande tradizione artigianale italiana non è affatto destinata a scomparire – rimarca Paolo Ferrario, che di E-work è presidente e amministratore delegato -. Anzi: i lavori basati sul saper fare con le mani saranno tra le professioni più ricercate del prossimo decennio, al pari delle professionalità legate allo sviluppo delle nuove tecnologie».

 

Exit mobile version