(ANSA) – ROMA, 25 SET – “Insieme al Terzo Settore possiamo
immaginare un cambio di paradigma, una vera e propria
rivoluzione del sistema dei Centri per l’impiego. Abbiamo
bisogno non di singoli centri, ma di case, di Case del Lavoro
che possano diventare qualcosa di più di meri sportelli: case
della formazione, che orientino, che si prendano carico delle
persone”. Con queste parole il Presidente nazionale delle Acli,
Emiliano Manfredonia, ha lanciato una delle proposte
dell’associazione durante la relazione finale che ha concluso il
53° Incontro nazionale di Studi delle Acli. “Le singole realtà
del Terzo Settore potrebbero apportare un contributo unico
nell’erogazione e nel coordinamento di questi servizi
essenziali. Ciascuna secondo la propria specificità, ciascuno
secondo la propria singolare esperienza. Dobbiamo superare il
monismo onnicomprensivo dei centri per l’impiego – ha
sottolineato il Presidente delle Acli – in favore di una rete di
realtà diversificate che potrebbero rappresentare le nostre Case
del Lavoro sul territorio, in modo da ottimizzare i servizi (dal
semplice insegnare come scrivere un curriculum al più complesso
processo di matching fra domanda e offerta di lavoro,
all’erogazione di corsi di formazione strutturati e continui) e
in modo da raggiungere anche le periferie delle nostre comunità
ed i territori più in difficoltà come le aree interne e il
meridione. Semplificare la burocrazia, dotare di strumenti
queste realtà e valorizzare le reti territoriali e di comunità
che le Acli e altri soggetti sono riusciti a creare nel corso di
decenni e decenni di impegno, dedizione e fatica. Del resto, lo
stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella Missione
5, affida al mondo del Terzo Settore il ruolo di co-protagonista
nell’elaborazione di servizi alla cittadinanza. Un’opportunità
da cogliere e una sfida da vincere, per tutti noi”. (ANSA).
Fonte Ansa.it