E’ l’effetto del nazionalismo, che annebbia gli occhi e le menti. E a sua volta diventa un’arma dei potenti, con cui perorare la propria causa. Anche in questo caso, di sangue. E purtroppo anche stavolta, bilaterale: da una parte la propaganda russa contro gli ucraini, dall’altra quella europeista contro i russi. “Immagina non ci siano più Stati, nessuno per cui uccidere o morire”: lo cantava John Lennon.
Succede a Brescia dove un ragazzo del quinto anno sarebbe stato aggredito e picchiato da alcuni suoi compagni, senza un motivo preciso: ma solo e soltanto per le sue origini, in quanto il padre è italiano ma la madre è russa. Come se fosse una colpa oggi essere russo, come se gli oligarchi che sostengono Putin e la guerra in Ucraina siano sullo stesso piano delle migliaia e migliaia di persone che anche in Russia questa guerra la contestano.
Sarebbero già diversi anche a Brescia gli episodi in cui uomini e donne, ragazzi e forse anche bambini sarebbero stati aggrediti solo perché di nazionalità o di origini russe.