Sono ormai all’ordine del giorno le aggressioni che si verificano negli ospedali di tutta Italia ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari. Un fenomeno in crescita e sempre più insopportabile, che secondo il sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED (cui aderiscono le sigle ANPO, ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED) va arginato inviando nelle strutture ospedaliere le Forze dell’Ordine, eventualmente anche l’esercito, per garantire l’ordine pubblico.
«Militarizzare i luoghi di cura potrà apparire una misura esagerata, ma ci troviamo di fronte ad un’emergenza che richiede un intervento straordinario – commenta Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED -. Proponiamo allora l’avvio di un’operazione “Ospedali sicuri”, sulla scia di “Strade sicure”, per tutelare il personale sanitario e disincentivare le azioni violente».
Stando così le cose, la grave crisi che sta investendo il Servizio sanitario nazionale – con liste d’attesa infinite, Pronto soccorso affollati, carenza di posti letto e di personale ed assistenza territoriale limitata – non potrà che peggiorare, e dunque l’esasperazione e la rabbia dei pazienti non potranno che aumentare, insieme al rischio di un aumento delle azioni violente.