Pubblicato il: 12/02/2020 14:02
“Qui alla Bit di Milano i principali tour operator mi mostrano liste di gruppi con migliaia di prenotazioni che saranno cancellate a causa dell’incertezza sulla possibilità di arrivare a Olbia. Fioccano le cancellazioni delle prenotazioni di pacchetti di camere già bloccate. E’ già un disastro non solo per il turismo ma per tutta l’economia della Sardegna”. Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna, parla della crisi di Air Italy, con Adnkronos/Labitalia da Milano, dove si trova per partecipare alla Bit 2020. Gli effetti della crisi della compagnia aerea messa in liquidazione dagli azionisti Alisarda e Qatar Aiways si sono già fatti sentire da almeno un paio di mesi sul turismo sardo. “E già a settembre avevamo lanciato l’allarme -ricorda Manca- chiedendo di dare alla vicenda l’attenzione che meritava: bisogna considerare che qui stiamo parlando del principale vettore turistico, perché Air Italy è arrivata a trasportare circa 2 mln di passeggeri a Olbia, principale scalo turistico dell’Isola che in totale veicola 3 milioni di passeggeri“.
“A Cagliari, l’altro scalo sardo, arrivano 4,5 milioni di persone, ma ‘solo’ 1 milione sono turisti”, aggiunge Manca che poi spiega: “I flussi turistici viaggiano con 1 anno-1 anno e mezzo di anticipo, quindi questa incertezza ha già colpito duro: gli operatori prenderanno altre strade. Ci sono destinazioni nel Mediterraneo, a partire da Croazia, Turchia e Grecia, che possono contare anche su 10 voli al giorno da Milano o Roma e che si avvantaggeranno di questa crisi”, conclude Manca.
“Un disastro che cancella oltre 50 anni di storia economica, di sviluppo del territorio, di riscatto sociale della Sardegna. L’esito della crisi Air Italy è una sconfitta per tutti: per i sardi, per lo Stato, che ci ha abbandonato e che si è dimenticato di un pezzo d’Italia, ma anche per la Regione” aggiunge Manca sulla liquidazione di Air Italy, “l’unica compagnia che consente ai sardi del Nord-Est -dice- di spostarsi con le tariffe della continuità territoriale, assicurando sei voli al giorno divisi tra Roma e Milano”.
“Quello che più fa male -aggiunge Manca- è che questo esito disastroso è la conseguenza di una strategia precisa: l’Aga Khan per oltre 50 anni ha tenuto in vita Air Italy, nata col preciso obiettivo di dare impulso allo sviluppo economico e turistico dell’Isola. Poi, Qatar Airways ha scelto, invece, di cancellare la Sardegna dai suoi asset, ha tolto gli aerei e li ha messi su altre linee. Negli ultimi due anni Air Italy ha perso il 60% dei suoi passeggeri”. “Questa crisi di Air Italy non è un fulmine a ciel sereno, ma era attesa da tempo, perché negli ultimi due anni di gestione sono stati bruciati 50 anni di storia. Il governo e la Regione non sono intervenuti e ora, certo, tra qualche tempo, la gente scenderà in piazza a protestare e magari si faranno altre proroghe. Ma intanto i danni al turismo e all’economia e anche all’immagine del territorio sono stati fatti”, avverte Manca.
“Quello che chiediamo -aggiunge il presidente di Federalberghi Sardegna- è di avere pari dignità delle altre regioni italiane“. “E’ come se improvvisamente gli abitanti di Milano si svegliassero e si dicesse loro: ‘Da aprile non potete più andare col treno a Roma’. Ci hanno tagliato via dal resto d’Italia e di Europa e questo perché la Sardegna è di fatto una regione periferica, è considerata un problema secondario, non un pezzo d’Italia”, rimarca Manca. “Chi doveva non è riuscito a connettere un’isola di 5.000 mq in mezzo al Mediterraneo, non in mezzo all’Oceano, a Roma e Milano. Basta dire questo”, conclude Manca.
Federalberghi Sardegna chiede dunque “l’intervento immediato della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, del presidente della Regione, Christian Solinas, e dell’assessore regionale ai Trasporti, Giorgio Todde, per attivare immediatamente la compagnia Alitalia in sostituzione di Air Italy da Alitalia sulle tratte da e per Olbia” spiega Manca.“C’è assoluta necessità che da domani su Olbia ci sia la copertura di tutti i voli e sostituire un vettore non è cosa semplice. L’unica che può avere know how, aerei, competenze e strutture informatiche per farlo è Alitalia”, sottolinea. “Certo, è il colmo: dover supplicare una compagnia aerea in amministrazione controllata a entrare sul mercato. Ma non vediamo altre soluzioni”, conclude Manca.
Adnkronos.