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ALAN KURDI, MALTA AUTORIZZA SBARCO MIGRANTI/ Sea Eye “Ce l’abbiamo fatta!”

 

Poco dopo le 21 di domenica sera è avvenuto l’atteso sbarco dei 65 migranti a bordo della nave Alan Kurdi, in quel di Malta. Dalla Ong olandese Sea Eye è giunto il commento di soddisfazione, come riferisce Il Fatto Quotidiano: “Ce l’abbiamo fatta. Nonostante una grande resistenza, una soluzione è stata trovata ed i migranti soccorsi stanno ora per essere portati in un posto sicuro”. Nel pomeriggio di ieri il premier Muscat aveva garantito lo sbarco imminente seguito poi da una ricollocazione dei migranti nei vari paesi europei, ma dalle sue parole allo sbarco effettivo sono trascorse cinque ore fino all’attracco dell’imbarcazione. Un periodo durante il quale erano giunte anche notizie poco rassicuranti sullo stato degli stesso passeggeri della nave, tre dei quali, sottoposti a cure mediche acute, erano collassati per il caldo eccessivo. Tra loro anche due minori. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

“MIGRANTI SEA EYE IN PAESI UE”

Un ennesimo mistero separa lo sbarco a terra della Alan Kurdi dall’effettiva operazione: dopo l’annuncio fatto oggi pomeriggio dal Premier Muscat, ancora nessuno sbarco è stato indetto e la nave della Sea Eye si trova ancora al largo de La Valletta con 62 migranti ancora a bordo (i 3 collassati sono stati fatti scendere per l’emergenza sanitaria). «A bordo della nave non abbiamo ancora informazioni che le persone salvate possano sbarcare a Malta. Prendiamo nota della copertura dei media. Siamo ancora in attesa di ulteriori istruzioni riguardanti l’evacuazione di tre emergenze mediche», hanno spiegato i portavoce della Sea Eye a bordo della Alan Kurdi. Manca ancora l’azione operativa dopo l’annuncio politico, ma il tempo passa e nessuno si sta avvicinando alla nave per iniziare le operazioni di sbarco su terra ferma: «abbiamo urgentemente bisogno di assistenza medica e di un porto sicuro per tutti quelli a bordo in modo da prevenire il peggio», scrive l’Ong su Twitter. Nel frattempo, sul fronte squisitamente politico è da segnalare la nota congiunta dei Governi di Italia e Malta dopo le diverse tensioni degli scorsi giorni: «Italia e Malta sono pronte a cooperare fra loro sulla questione migratoria, ma rimarcano la necessità di assicurare un effettivo governo dei flussi migratori verso l`Europa attraverso uno strutturato meccanismo permanente a livello di Unione Europea, che affronti l’insieme delle sensibili questioni che riguardano migrazioni e non si limiti unicamente alle sole procedure per il diritto di asilo», si legge nel comunicato diffuso dalla Farnesina.

MALTA RIAPRE I PORTI “MIGRANTI SARANNO RICOLLOCATI”

È circa metà pomeriggio quando si sblocca forse definitivamente il caso della Alan Kurdi: il Governo di Malta ha dato il via libera all’accoglienza e sbarco dei 65 migranti a bordo della nave Sea Eye al largo de la Valletta da ore provenienti da Lampedusa. Lo ha scritto su Twitter il Premier Joseph Muscat dopo aver di fatto riaperto i porti a seguito della dura decisione di chiuderli in linea con le politiche del Governo italiano: «Dopo colloqui con la Commissione Europea e con il governo tedesco, il governo di Malta trasferirà i 65 migranti soccorsi a bordo della Alan Kurdi su mezzi delle forze armate maltesi che entreranno in un porto  di Malta. Tutte le persone soccorse a bordo saranno immediatamente trasferite in altri paesi membri dell’Ue» conclude il Presidente del Consiglio Muscat. Non viene fatto riferimento alcuno all’Italia e viene addotto come motivo valido per lo sbarco l’assoluta emergenza medica riscontrata a bordo della Alan Kurdi: i tre collassati dopo pranzo a bordo, riferisce ancora la Sea Rye, «hanno perso molto peso, sono indeboliti e hanno bisogno di cure. Due di loro sono minori».

SEA EYE “3 MIGRANTI COLLASSATI PER IL CALDO”

La Ong Sea Eye tramite un comunicato apparso sui propri canali social dà un aggiornamento delle condizioni dei 65 migranti a bordo della Alan Kurdi dopo il “niet” di Italia e Malta per l’apertura dei porti e l’accoglienza dei clandestini: e non sono ottimali, purtroppo «Mentre la Alan Kurdi è in attesa fuori dal porto chiuso di Malta, tre dei migranti a bordo sono collassati per il caldo e sono sottoposti a cure mediche acute». Non solo, la stessa Ong tedesca aggiunge «abbiamo urgentemente bisogno di assistenza medica e di un porto sicuro per tutti quelli a bordo in modo da prevenire il peggio». Nel frattempo, sebbene dall’Italia non giungano – come dall’Europa – significative novità sul fronte dell’accoglienza e della risoluzione dell’ennesima emergenza in mare aperto, il Governo italiano intravede una nuova spaccatura proprio sul tema migranti: «Nel tentativo di nascondere l’evidenza, qualcuno è arrivato ad attaccare direttamente i suoi colleghi di governo inciampando in una gaffe dietro l’altra. Se vuoi fare tutto da solo e non passi mai la palla, se tiene lo sguardo fisso a terra senza accorgerti mai dei tuoi compagni, in porta non ci arrivi mai. Se ti senti Maradona e poi giochi come un Higuain fuori forma, è un serio problema, perché di mezzo c’è il Paese. Non si può dire che è sempre colpa degli altri» attacca Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, con nel mirino il Ministro Salvini e le recenti uscite su Tria e Trenta nel merito dei casi Alex e Alan Kurdi.

SALVINI “POI IO SAREI IL CATTIVO..”

Non si sblocca la situazione sulla Alan Kurdi, con l’Italia e ora anche Malta che impartisce l’ordine di porti chiusi ai migranti a bordo della nave di Sea Eye: Muscat come Salvini usa il pugno duro per vedere anche di sbloccare la vicenda a livello comunitario, visto quanto invece non avvenuto sul fronte Sea Watch 3 giusto una settimana e mezzo fa. Si muove anche il M5s che tramite il Blog delle Stelle fa sapere «i riflettori accesi sono quelli sbagliati perché invece di parlare delle centinaia di migranti che continuano ad arrivare sulle nostre coste con i barchini fantasma, giornali come Der Spiegel reggono il gioco delle Ong, sul palcoscenico di un grande ‘Truman Show’ dell’ipocrisia ai danni dei cittadini italiani, delle leggi italiane e delle nostre forze dell’ordine». Nel frattempo il Ministro Salvini, pubblicando una notizia dell’Agi che riguarda l’allarme dato dalla Guardia Costiera Libica – «le ong aiutano i trafficanti, ci sarà un esodo» – aggiunge un commento sardonico alla situazione delle navi Alex e Alan Kurdi che imperversano nell’opinione pubblica «e poi il cattivo sarei io..».

MALTA CHIUDE I PORTI ALLA ALAN KURDI

Ennesimo colpo di scena di questi ultimi convulsi giorni nel Mediterraneo: Malta ha deciso di chiudere i porti e i propri confini all’arrivo della Alan Kurdi, la nave della Ong Sea Eye che si era diretta a La Valletta dopo il dietrofront a Lampedusa. «Il governo ha incaricato le forze armate di intraprendere le azioni appropriate se la nave dovesse entrare entro le 12 miglia dall’arcipelago»: dopo l’appello fatto dal comandante della Alan Kurdi, che voleva testare la possibilità di un’altra politica diversa da quella di Salvini, il pugno duro del Premier Muscat si fa sentire e rimette al centro la piena emergenza dopo lo scontro diplomatico tra Italia e Germania che rilancia il nodo della poca chiarezza delle regole in Ue. Ricordiamo che già a dicembre scorso, a gennaio e poi ad aprile la nave della Sea Eye era entrata nelle acque di Malta per sbarcare i migranti raccolti davanti alla Libia: non solo, ad aprile si arrivò allo sblocco della situazione solo perché per 11 giorni la nave carica di migranti era rimasta nel Mediterraneo in attesa di un accordo sulla redistribuzione tra i vari Paesi Ue.

ALAN KURDI VERSO MALTA

E alla fine, pare, che Salvini una battaglia l’abbia portata a casa “contro” la Ong tedesca Sea Eye e di fatto anche “contro” il suo omologo di Berlino, Horst Seehofer: la nave Alan Kurdi, dopo esser stata per tre giorni al largo di Lampedusa in attesa di entrare nel porto italiano con 65 migranti salvati nel Mediterraneo Centrale, ha deciso di cambiare rotta e nelle ultime ore si è diretta verso Malta. «Non possiamo aspettare finché lo stato di emergenza non prevale — ha fatto sapere la Sea Eye in un tweet —. Ora si deve dimostrare se gli altri governi europei appoggiano l’atteggiamento dell’Italia»: una sfida politica, come di fatto era già avvenuto con la Sea Watch 3 di Carola Rackete e in parte anche con la Alex di Mediterranea (questa fatta sbarcare nella notte con 45 migranti ora sistemati in un hotspot in Sicilia, ndr). L’accoglienza dei migranti e la battaglia politica, due “sfide” che per il Governo italiano rappresentano ancora ad oggi il banco di prova dei rapporti sempre più al lumicino con i partner europei: la Germania dal canto suo, dopo aver intimato a Salvini di aprire i porti per far entrare la Alan Kurdi, si è vista recapitare ieri dal Ministro dell’Interno italiano una lettera di accusa sulle mancate responsabilità prese da Berlino nella gestione di questo ennesimo “caso” migranti.

SALVINI VINCE “BRACCIO DI FERRO” CON LA GERMANIA

Il Governo Merkel si è detto pronto ad accogliere alcuni dei migranti a bordo della Alan Kurdi quando si trovava ancora alle soglie di Lampedusa: «Sia nel caso della Alan Kurdi che nel caso di Alex — ha detto il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer — siamo pronti, nell’ambito di una soluzione solidale europea, a prendere alcune delle persone salvate». Ora però Malta torna ad essere protagonista dopo il “pasticcio” del mancato accordo su Alex – qui il colonnello Caffio ci ha spiegato nel dettaglio cosa è successo per davvero sul caso Mediterranea-Malta, ndr – con i migranti diretti verso la Valletta a bordo della nave di Sea Eye battente bandiera tedesca. «Il governo tedesco mi chiede di aprire i porti italiani ai barconi? Assolutamente no. Chiediamo anzi al governo Merkel di ritirare la bandiera tedesca a navi che aiutano trafficanti e scafisti, e di rimpatriare i loro cittadini che ignorano le leggi italiane», aveva risposto il vicepremier Matteo Salvini nelle scorse ore dopo la richiesta del suo omologo tedesco. Un braccio di ferro che, vedendo il cambio di rotta della Alan Kurdi, sembra aver “pagato” anche se ovviamente il caso non si è chiuso e si è solo al 7 luglio con tutta una estate davanti che rischia, se possibile, di essere peggio della precedente sul tema degli sbarchi e dei mancati accordi in Europa (il vero dato politico di tutta questa grave emergenza umanitaria, sociale e politica).

 

Fonte

 

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