(ANSA) – BOLZANO, 16 MAR – “Che non succeda mai più”. E’
questo lo scopo che ha spinto Dina Tiralongo, figlia del
carabinieri Giuseppe Tiralongo ucciso nel 1964 durante
un’imboscata davanti alla caserma di Selva dei Mulini, ad
incontrare l’ex terrorista sudtirolese Siegfried Steger,
ritenuto dalle autorità italiane uno dei responsabili del
delitto. Rai Südtirol ha trasmesso ieri sera il film
sull’incontro, a 56 anni dal tragico fatto, dell’82enne con la
figlia e con Franca Cornallo, la vedova del carabiniere ucciso.
“Voglio guardarlo negli occhi” è il titolo del documentario del
giornalista bolzanino Artur Oberhofer che a breve sarà
disponibile anche in lingua italiana.
Steger era uno dei cosiddetti ”bravi ragazzi della Valle
Aurina”, condannato all’ergastolo, vive da molti decenni in
contumacia in Austria. Steger non ammette direttamente
l’agguato, ma neanche lo nega. “Non so esattamente quante
persone sono morte in Val Pusteria”, afferma. “Certe cose non si
possono fare con i guanti bianchi”. “Mi dispiace per i morti su
entrambi le parti”, prosegue, aggiungendo però che rifarebbe
tutto: “Mentirei se dicessi che mi pento di qualcosa che ho
fatto”. “Se non fosse successo niente, gli italiani avrebbero
ritardato ulteriormente (l’autonomia, ndr.), fino ad essere in
maggioranza”, ribadisce Steger.
L’incontro inizia sul portone di casa con Steger in difensiva
e, con i minuti che passano, culmina in momenti di commozione
su entrambi i lati. L’82enne propone una lapide “per gli
italiani caduti”. Dina Tiralongo chiede più volte di prendere la
distanza dalla violenza. “Vorrei – risponde – che una cosa del
genere non accadesse mai più. Non abbiamo bisogno della
violenza”. “Porto il papà nel cuore”, confessa Steger, invitando
infine la figlia e la vedova Tiralongo nella sua casa. (ANSA).
Fonte Ansa.it