(ANSA) – CAGLIARI, 14 GEN – Con il prossimo Dpcm passare in
fascia arancione diventerà più facile e la Sardegna, finora in
giallo, non nasconde una certa preoccupazione.
L’assessore della Sanità Mario Nieddu, dopo aver partecipato al
confronto Stato-Regioni convocato per illustrare il
provvedimento, spiega: “si lascia la zona gialla anche
semplicemente con rischio alto sulla base dei 21 criteri”,
quindi a prescindere dall’Rt (con 1 si va comunque in arancione
e con 1.25 in rosso).
Negli ultimi report nazionali la Sardegna è passata da una
classificazione a rischio alto per via dei dati incompleti
forniti a Roma, a moderato, con un Rt sotto l’1, seppur di poco,
una pressione sugli ospedali che non supera le soglie critiche e
un indice di positivi per 100mila abitanti pari a 78,01.
Tutte le nuove norme saranno in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo
(a parte lo spostamento fra le regioni che per ora è confermato
solo fino al 15 febbraio).
Nell’Isola indicatori in peggioramento confermati anche
dall’ultimo report della Fondazione Gimbe: vengono registrati
1.062 casi attualmente positivi per 100.000 abitanti con un
incremento pari al 6,7%, mentre sono 903 i casi testati per
100.000 abitanti con un rapporto tra positivi e test che arriva
al 14,6%. Va meglio se si guarda alla situazione degli ospedali,
dove la pressione dei posti Covid è sotto il limite di
saturazione: 25% in terapia intensiva rispetto alla soglia
critica del 30% (anche se nell’ultimo report dell’Agenas
aggiornato a ieri il dato è del 26%) e 31% in area medica con il
tetto fissato al 40%.
E nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale si
registrano 275 nuovi contagi – su 2.890 tamponi eseguiti – e 10
morti (875 dall’inizio dell’emergenza). Tra le vittime c’anche
un medico di base di 69 anni, Ettore Gallus, morto al Santissima
Trinità di Cagliari, dove era ricoverato da diverso tempo perché
positivo al coronavirus. È il quarto operatore sanitario vittima
in Sardegna del virus dall’inizio dell’emergenza. Sono 527 i
pazienti ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-5),
mentre sono 50 (+3) quelli in terapia intensiva. (ANSA).
Fonte Ansa.it