(ANSA) – CAGLIARI, 29 MAR – Mentre nel primo giorno della
settimana si registra in Sardegna un calo dei contagi rispetto
alle ultime 48 ore, non diminuiscono i focolai in vari centri
dell’isola e salgono a dieci i Comuni in lockdown.
A poche ore dall’istituzione della zona rossa a Gavoi, anche i
sindaci di Villa San Pietro e Burcei hanno annunciato la firma
di un’ordinanza della durata di due settimane. Gli altri paesi
in zona rossa sono Sarroch, Samugheo, Sindia, Bono, Golfo
Aranci, Uri e Pozzomaggiore.
Intanto nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale,
a fronte di 9.725 tamponi eseguiti, si registrano 164 casi di
positività (44.854 complessivamente dall’inizio dell’emergenza),
120 in meno del giorno precedente e con un tasso di positività
del 1,6%.
Si registrano anche tre decessi (1.229 in tutto). Sono, invece,
200 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non
intensivi (+11), mentre sono 31 (+1) i pazienti in terapia
intensiva.
Sul fronte dei vaccini, il presidente della Regione Christian
Solinas annuncia un’accelerazione della campagna: “La Sardegna
ha impresso un’importante accelerazione alla campagna di
vaccinazione anti-Covid a testimonianza della capacità del
nostro sistema, altamente efficiente, e che sarebbe in grado di
procedere ancora più velocemente se il quantitativo di dosi a
nostra disposizione fosse più elevato”, afferma Solinas
ricordando che “nell’isola sono ancora bloccate 13 mila dosi del
siero AstraZeneca poste sotto sequestro, che continuano però a
essere computate fra le dosi a nostra disposizione”. E
l’assessore della Sanità Mario Nieddu ricorda che “l’Isola ha
ricevuto il 5% in meno nella ripartizione basata sul numero di
abitanti”.
Oggi intanto è partita tra le polemiche la vaccinazione ai
dipendenti dell’assessorato della Sanità. Dopo la denuncia del
consigliere regionale dei Progressisti Massimo Zedda, che ha
puntato il dito sulla scelta delle priorità, Nieddu ha già
spiegato che “dall’inizio dell’emergenza il personale degli
uffici della direzione generale è in prima linea anche per il
rapporto diretto con gli operatori sanitari impegnati sul fronte
del virus, con grandi rischi”. (ANSA).
Fonte Ansa.it