(ANSA) – VENEZIA, 21 OTT – Il Veneto fa i conti con l’aumento
più alto di contagi Covid in un giorno, +1.422, molto peggio che
nella prima ondata, ma non prevede ancora un lockdown o zone
rosse’ locali. La soglia dell’allarme, per la Regione resta
sempre il tasso di occupazione della terapie intensive, che è
sotto controllo. “In questo momento il tema del lockdown
assolutamente non c’è – dice il governatore Luca Zaia – non lo
prendiamo in considerazione”. “Abbiamo 66 pazienti in terapia
intensiva. Guardiamo con attenzione a questa evoluzione –
aggiunge – I modelli matematici ci dicono che la curva è entrata
in fase di crescita. Il nostro ruolo è fare in modo che si
impenni con gradualità e che si alzi il meno possibile” Sul dato dei nuovi contagi – che porta a 36.843 gli infetti
da inizio epidemia – pesa peraltro un fuori busta di 500 casi ‘vecchi’ su Venezia. In sostanza i dati degli ultimi 6 giorni
(dal 15 ottobre) sono stati inseriti (per un aggiornamento
informatico) in un solo colpo nel bollettino regionale, facendo
schizzare il dato della provincia a +504 in 24 ore. Zaia ha
inoltre spiegato che l’eventuale riapertura dei 10 Covid center
ospedalieri avverrà solo nel momento in cui si supereranno i 150
malati Covid nelle terapie intensive, ovvero la ‘fase 3’ del
nuovo piano di sanità pubblica. Nel report settimanale diffuso
oggi dalla Regione si segnala che nel periodo 12-20 ottobre il
Veneto ha contato 4.440 nuovi contagi, oltre 1.000 casi in più
delle settimane di inizio marzo.
Scattano intanto nelle città le misure restrittive delle
movida, dopo il nuovo Dpcm. Da domani a Padova non sarà più
possibile dopo le 21 bere spritz o altre bevande per strada e
nelle piazze, ma solo nei bar e nelle abitazioni private. Lo
prevede una nuova ordinanza emessa dal sindaco Sergio Giordani.
Decisione presa per evitare qualsiasi assembramento o capannello
incontrollato nel perimetro del centro, e quindi di dover nel
caso chiudere le piazze. (ANSA).
Fonte Ansa.it