“L’arte contemporanea si vende e si compra bene. Mentre falsificare un Rubens è difficile se non impossibile, falsificare uno Schifano è relativamente facile”. L’anno passato sequestrate opere contraffatte per 218 milioni di euro
“Secondo alcune stime, il 70 per cento del mercato dell’arte contemporanea è costituito da falsi. È un dato che non mi sento di condividere del tutto, ma che non è lontano dalla realtà. Sicuramente rende bene l’idea di quanto il fenomeno sia esteso”. A fare il punto è il capitano Fabio Castagna, comandante della sezione Falsificazione ed arte contemporanea del Comando carabinieri Tutela patrimonio culturale. “L’ anno passato abbiamo sequestrato falsi per 218 milioni di euro, quasi quattro volte di più del 2016 quando il valore delle opere sequestrate aveva raggiunto i 57 milioni. Ma c’ è un altro elemento che deve far riflettere: la quasi totalità dei falsi sequestrati nel 2017 sono dipinti, stampe, grafiche e sculture di arte contemporanea. I falsi archeologici e quelli di antiquariato sono poche decine”.
“L’arte contemporanea – prosegue Castagna – si vende e si compra bene. Mentre falsificare un Rubens è difficile se non impossibile, falsificare uno Schifano è relativamente facile. È anche una questione di materiali: per riprodurre un dipinto dell’800 servono un supporto e magari una cornice di quel periodo, per rifare un quadro dei giorni nostri basta la tela comprata nel primo negozio all’angolo. Si compra a poco nella speranza di rivendere a tanto, come “giocare” in borsa: nell’animo del collezionista, piccolo o grande, c’è sempre l’aspirazione all’affare, ed e’ questa la leva su cui spinge chi del falso vive e fa una professione. É un mercato sui generis che si autoalimenta non dico per imitazione ma quasi per moda: qualcuno a un certo punto in un’ asta a New York o a Londra compra il quadro di un artista e non si sa bene come, improvvisamente, quell’artista si trova ad essere spinto ad alti livelli. Attenzione: i falsari sono bravissimi ad anticipare certi trend. Ci è capitato negli anni passati di sequestrare un numero considerevole di falsi di un autore non proprio conosciuto per poi vedere che in un’asta successiva, uno o due mesi piu’ tardi, le quotazioni di quell’autore si impennavano”.
Geograficamente, produzione e commercializzazione dei falsi sembrano concentrarsi nelle regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto), in Toscana e nel Lazio. Lunga e ricca di nomi illustri la lista degli artisti più “imitati”: gli esponenti della “scuola romana” con Tano Festa, Franco Angeli, Mario Schifano ma anche Carrà, Balla, Sironi, Boetti e grandissimi come Picasso e Modigliani: il caso dei falsi del grande artista livornese esposti in mostra a Palazzo ducale a Genova di recente è finito sulle prime pagine di tutti i giornali.