(ANSA) – GIOIA TAURO, 24 SET – Cinque persone agli arresti
domiciliari e altre 10 con obbligo di presentazione alla pg: è
questo il risultato dell’operazione, denominata “Swipe” – in
inglese “to swipe” che ha dato il nome all’inchiesta – condotta
dalla Polizia contro casi di assenteismo nella sezione di Gioia
Tauro dell’Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura
calabrese (Arsac). Secondo quanto emerso dalle indagini, gli
indagati si assentavano o non si recavano per niente al lavoro
attestando falsamente la loro presenza attraverso la “strisciata” del badge da parte di altri colleghi. Gli
accertamenti sono stati condotti dalla Sezione investigativa del
Commissariato di Gioia Tauro, con il coordinamento del
procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza e del pm Rocco
Cosentino, che stamani, con il supporto degli investigatori
della Squadra mobile di Reggio Calabria, dei Commissariati di
Siderno e Palmi e del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno,
hanno eseguito i 15 provvedimenti cautelari emessi dal gip Carlo
Alberto Indellicati.
Le indagini si sono avvalse di intercettazione e
video-riprese a carico dei dipendenti degli Uffici dell’Arsac di
Gioia Tauro, situati a pochi passi dal Commissariato, oltre che
di servizi di osservazione e pedinamento effettuati nei
confronti dei dipendenti che, in orario di ufficio, si
allontanavano dal posto di lavoro per compiere le più disparate
attività personali: dalla spesa nei supermercati a lunghe
passeggiate e soste in locali pubblici, alle pratiche sportive.
L’Arsac si occupa dello sviluppo dell’agricoltura regionale
mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e
trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo
agricolo, agro-alimentare ed agroindustriale”. Il sistema
utilizzato dagli indagati era semplice e collaudato: incaricare,
a turno, uno o più dipendenti affinché “strisciassero” anche il
badge dei colleghi sul lettore digitale collocato all’ingresso
degli uffici.
Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo per
equivalente delle somme indebitamente percepite, circa 12 mila
euro, quali giornate di lavoro risultanti, ma, di fatto, non
effettuate, a carico dei 15 e di altri tre indagati. (ANSA).
Fonte Ansa.it