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Assoturismo, weekend in ripresa ma è crisi città d’arte

(ANSA) – ROMA, 18 LUG – Segni vita da mare e montagna, ma turisti dimezzati nelle città d’arte. Weekend in chiaroscuro per il turismo italiano: le località balneari e montane tornano a veder crescere i flussi di visitatori, ma le mete culturali rimangono in crisi, con solo il 51% delle stanze disponibili prenotate. È quanto emerge dall’ultima indagine condotta dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti sulla disponibilità di camere sui portali delle principali agenzie di viaggio online per il fine settimana del 18 e 19 luglio.
    A soffrire sono in particolare Roma e Firenze, dove poco più di un terzo della disponibilità (36%) risulta prenotato. Male anche Napoli (38%) e Venezia (42%); un po’ meglio fanno Palermo (45%), Milano (46%) e Bologna (49%), mentre registrano risultati superiori alla media delle altre città d’arte – anche se comunque insoddisfacenti – Perugia (54%) e Matera (55%). La crisi delle città d’arte è imputabile principalmente alla mancanza del turismo straniero, che in media – durante la stagione estiva – vale circa il 68% delle presenze. Secondo le stime Assoturismo-CST, nel trimestre estivo 2020 (giugno-luglio-agosto) nelle sole Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli si registreranno circa 8,5 milioni di presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
    “Il combinato disposto di assenza dei turisti e dello smart working sta svuotando le città d’arte e letteralmente uccidendo i centri storici, che stanno diventando zone rosse dell’economia”, commenta il presidente di Assoturismo Vittorio Messina. “È necessario un intervento di terapia intensiva, per tamponare una crisi apparentemente infinita che sta gravemente compromettendo non solo le imprese della ricettività e dei servizi turistici, ma anche bar, ristoranti e negozi delle mete culturali e dei centri storici, rimasti ormai senza fiato.
    Imprese che devono essere sostenute più a lungo, con contributi a fondo perduto, ammortizzatori sociali e credito di imposta per gli affitti. Se non ci sbrighiamo corriamo il serio rischio di perdere quanto di buono è stato fatto in questi ultimi anni sul fronte dell’accoglienza turistica, con migliaia di attività che non arriveranno a vedere l’autunno”. (ANSA).
   

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