Non siamo sulla Via Crucis e il rifiuto del Papa a chiarire non convince, soprattutto di fronte ad accuse molto precise e dettagliate. Un pontefice “mediatico” come lui dovrebbe capirlo. Contestato un fedelissimo, il cardinale Wuerl
Il Messaggero, Franca Giansoldati
“Ottavo: non dire falsa testimonianza. La guerra per fare dimettere Papa Francesco ieri mattina si è arricchita di un altro tassello con la fuoriuscita di una nuova esternazione da parte di Carlo Maria Viganò, l’ ex nunzio negli Stati Uniti che fino a due anni fa aveva accesso a tutto il materiale riservato della Santa Sede riguardante i profili personali di vescovi e cardinali americani. Va da sé che per il suo ruolo resta una fonte primaria a conoscenza dei retroscena di tanti episodi. Uno di questi ha come oggetto Papa Francesco e la sua visita a Philadelphia in occasione dell’ incontro mondiale con le famiglie.
Siamo nel 2015 e durante quei giorni Viganò, d’ accordo con i collaboratori papali, organizzò per il pontefice un incontro super riservato in nunziatura con la signora Kim Davis, la funzionaria americana finita in carcere per essersi rifiutata di celebrare i matrimoni gay, rivendicando il diritto all’obiezione di coscienza. La visita era destinata a restare un incontro privato ma nei giorni successivi la notizia è fuoriuscita sollevando un polverone di proporzioni bibliche, visto che per tanti cattolici la Davis resta la bandiera di una fede coerente, mentre per la comunità gay un funzionario da rimuovere.
Quando quel colloquio è venuto alla luce ha irritato tantissimo la comunità gay. Viganò racconta che Papa Francesco in seguito ha sorprendentemente negato quell’ udienza aggiungendo che la signora Davis non la conosceva affatto e che forse la aveva occasionalmente incontrata assieme ad altri ma per stringerle solo la mano. In questa guerra mediatica senza esclusione di colpi bassi, dove tutto è giocato a chi riesce a mettere in risalto incongruenze, bugie, contraddizioni anche questo particolare arricchisce la narrazione bellica. Una altra insinuazione che alimenta lo stordimento dell’ opinione pubblica.
Chi dice bugie? L’ arcivescovo Viganò spiega che fu lui stesso a provvedere al colloquio con l’ entourage papale che seguiva ogni momento e pianificava l’ agenda del pontefice. «Quello che è certo è che il Papa sapeva benissimo chi fosse la Davis» ed «è comunque evidente che abbia voluto nascondere l’ udienza privata con la prima cittadina americana condannata per obiezione di coscienza».
La Sala Stampa Vaticana emise infatti un comunicato per smentire che il Papa avesse ricevuto in «udienza privata la Davis, e che al massimo avrebbe potuto averla salutata tra molte altre persone prima di partire per New York».
Anche stavolta Viganò ha deciso di raccontare come si sono svolti i fatti a distanza di anni. Un nuovo colpo assestato per indebolire il pontificato. Intanto negli Usa lo scontro è arrivato a investire il cardinale di Washington, Donald Wuerl, poiché avrebbe dato coperture a McCarrick, l’ ex cardinale americano che abusava dei seminaristi”.
Nel corso della Messa di ieri, Wuerl è stato contestato dal alcuni fedeli, increduli di fronte alla negazione della realtà del prelato
“Da alcuni giorni Wuerl non si fa vedere da nessuna parte, ha cancellato impegni pubblici e, secondo indiscrezioni, avrebbe convocato i consultori della sua diocesi per valutare assieme a loro, se dimettersi o meno. Nel frattempo la diocesi ha confermato che ai suoi seminaristi era permesso di servire come assistenti McCarrick nonostante quest’ ultimo fosse sotto inchiesta per accuse di abuso sessuale. Un particolare che ha indotto l’ arcivescovo di Philadelphia, Charles Chaput a scrivere a Francesco per suggerirgli di cancellare il prossimo Sinodo sui Giovani che si dovrebbe aprire in autunno.
«Mi chiedo che credibilità possono avere i vescovi in questo momento a parlare di giovani e a trattare questo argomento». Si tratta di una proposta molto simile a quella fatta a Bergoglio dal vescovo inglese Philip Egan di Portsmouth, che ha proposto un sinodo straordinario dedicato alla vita sacerdotale e agli abusi sessuali da parte del clero”.