di Vincenzo Caccioppoli
Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno raggiunto una tregua commerciale su acciaio e alluminio. Questo uno dei più importanti risultati sul piano economico usciti dal G20 di Roma. L’intesa permetterà di rimuovere i dazi su più di 10 miliardi di dollari delle rispettive esportazioni all’anno, mettendo fine a un conflitto che si trascinava dai tempi dell’amministrazione Trump, nel 2018. L’accordo è stato annunciato dal segretario al commercio americano Gina Raimondo e dalla rappresentante del commercio Katherine Tai sabato a margine del vertice delle 20 maggiori potenze economiche a Roma. Questo risultato arriva in un momento molto delicato per il settore delle materie prime e soprattutto per l’alluminio, i cui prezzi sono ai massimi da dieci anni.
La disputa tra Usa e Ue è iniziata tre anni fa quando Donald Trump ha imposto dazi del 25% sulle importazioni di acciaio ed alluminio dall’Ue, scatenando la reazione della Unione europea, che inserì un pacchetto di misure analoghe su alcuni prodotto di importazione Usa. Nei giorni scorsi al G20 del Commercio a Sorrento, il commissario Ue Valdis Dombrovskis aveva parlato di un’incontro con la rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai, per portare avanti il negoziato sulle tariffe di Trump su acciaio e alluminio assicurando che il lavoro per trovare un accordo «continua». Successivamente , il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti aveva chiarito che l’Italia «sostiene la politica dei dazi all’importazione in Europa di acciaio» ma che , «tuttavia la misura andrà ridiscussa» tenuto conto che «Cina e Usa hanno in animo di ricalibrare le politiche dei dazi e probabilmente anche l’Europa dovrà aggiornare i suoi strumenti».
Biden ha definito l’intesa “una pietra miliare” nelle relazioni fra Stati uniti ed Europa, mentre la Presidente Von Der Leyen ha parlato di “un nuovo passo” nelle relazioni tra i due giganti economici dopo l’intesa già raggiunta per mettere fine alla disputa nel comparto dell’aeronautica.
Il vicepresidente della UE, Valdis Dombrovskis, accogliendo con molta soddisfazione l’accordo, ha sottolineato che si tratta di un importante “passo avanti” nelle relazioni commerciali. Di “risultato importante” ha parlato anche il Commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni non solo perché mette fine alla disputa tariffaria, ma anche perché consente di “rendere le nostre imprese adeguate alla sfida ambientale
Ad affermarlo è il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen nel corso di una conferenza stampa con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, con al centro l’accordo sui dazi.
«Abbiamo trovato una soluzione per il commercio di acciaio e di alluminio tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. La ringrazio, signor presidente, per il suo annuncio che gli Stati Uniti rimuoveranno i dazi sull’acciaio e sull’alluminio statunitensi», ha detto Von der Leyen, confermando che «anche la commissione Ue proporrà di sospendere i dazi su acciaio e alluminio oggi previsti per gli Usa».
Utile per capire l’importanza per il nostro paese di questo importante risultato è inquadrare il mercato dell’alluminio in Italia, che è il secondo produttore europeo dietro alla Germania laddove si trasformano 1 850 0000 tonnellate ripartite quasi equamente tra pressocolata, laminazione ed estrusione.
Quasi 600 mila tonnellate di estrusi sono destinate più o meno paritariamente all’ industria, sotto forma di profili a disegno, e all’edilizia sotto forma di sistemi per serramenti e infissi, facciate, persiane, frangisole, tende sole, pergole, verande.
Mario Conserva, presidente di Face, associazione dei produttori di alluminio europeo ha affermato che “l’alluminio è in piena crescita grazie alla ripresa industriale in atto in tutto il mondo. Tuttavia, lo era anche prima della pandemia grazie alle sue caratteristiche, non ultima la riciclabilità al 100%, qualità apprezzatissima in un mondo sempre più “verde”. Certo, la ripresa sta facendo lievitare i prezzi dell’alluminio ma gli aumenti registrati negli ultimi mesi sono inferiori rispetto a quelli di altre materie prime.”
La decisione americana punta anche ad agevolare il mercato europeo contro il grande pericolo della concorrenza della Cina, che è il fattore numero uno di questo fenomeno dell’aumento delle materie prime. Essa produce più del 50% dell’alluminio primario prodotto al mondo (circa 36 milioni di tonnellate su 65). Tuttavia, ha bisogno di primario estero perché la sua industria è ripartita ben prima di tutte le altre. “ La decisione degli Stati Uniti giunge in un momento molto importante per noi- dice Luca Lorini COO di Turla srl una delle <aziende italiane piu antiche di estrusione di alluminio- con i prezzi della materia prima schizzata all’insù dopo il colpo di stato in Guinea, che potrebbero impattare su una ripresa che per noi in questi primi nove mesi del 2021 è stata robusta.”
E, quindi, il problema che stiamo vivendo oggi sarà destinato a replicarsi nel corso dei prossimi anni, magari in forme accentuate. L’Italia manca di alluminio primario, l’Europa pure. “A noi, ricorda Conserva, mancano tre quarti del metallo di cui abbiamo bisogno. E quindi lo devi acquistare qualunque sia il prezzo del mercato. Certamente un dazio che fa barriera è un nodo scorsoio per l’industria europea che manca di primario”. Ecco allora che la decisione americana potrebbe avere effetti molto impattanti sulla ripresa economica, considerando come l’alluminio sia uno dei materiali fondamentali anche in chiave di sviluppo sostenibile dell’economia. Perché occorre ricordare come l’alluminio è l’unico materiale riciclabile al 100%