«Siamo sconvolti per quanto è successo ieri a Cagliari, dove un
motociclista ha investito una mamma che stava attraversando la strada
sulle strisce pedonali con il figlio di 15 mesi sul passeggino,
uccidendolo. Queste notizie ci distruggono. Non è possibile che, dopo
anni di battaglie, la situazione sulle strade italiane non migliori mai.
Chiediamo a gran voce giustizia». A rivolgere un accorato appello al
Capo dello Stato, al Governo, alle istituzioni e ai magistrati che
seguiranno il caso sono Alberto Pallotti, presidente dell’AUFV,
Associazione unitaria familiari e vittime Odv, ed Elena Ronzullo,
presidente dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada, che
fa parte dell’AUFV insieme all’Associazione Familiari e Vittime della
Strada e all’Associazione Unitaria Familiari e Vittime.
Terribile quello che è accaduto in Sardegna, dove il piccolo Daniele
Ulver, di un anno e tre mesi, è morto sotto gli occhi della sua mamma.
«Dai giornali abbiamo appreso che il motociclista non si è fermato a
soccorrerli, ma si è costituito un paio di ore dopo, quando tutti lo
stavano cercando», dicono Alberto Pallotti ed Elena Ronzullo, «con le
nostre associazioni siamo vicini ai genitori del piccolo Daniele e alle
loro famiglie devastate da una tragedia così grande e, come sempre,
faremo di tutto per sostenerli, anche nella battaglia per la giustizia»,
dicono Alberto Pallotti ed Elena Ronzullo. «I magistrati», aggiungono,
«devono applicare pene severe. La legge sull’omicidio stradale va
rispettata. Chiediamo che non accada anche in questo caso quello che,
purtroppo, si verifica troppo spesso in Italia: i responsabili di
omicidio stradale se la cavano con condanne irrisorie grazie ai riti
alternativi e agli sconti di pena. Rivolgiamo un appello al Capo dello
Stato e al Governo perché venga sanata questa situazione per cui il
responsabile di un omicidio stradale riesce a usufruire dello sconto di
pena per aver scelto il rito abbreviato e poi di un ulteriore sconto per
il “Concordato in appello”. Non è possibile che chi si macchia di un
crimine così grave non sconti una condanna giusta. I magistrati che
seguiranno il caso del piccolo Daniele facciano in modo che venga
assicurata la giustizia. Altrimenti sarebbe come uccidere due volte
questo bambino e fare un ulteriore male alla sua famiglia, che solo per
questa perdita è già condannata a un ergastolo di dolore. I giudici
applichino la legge, la condanna sia adeguata e giusta».