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Calciatore ucciso: il pm chiede due ergastoli

Calciatore ucciso

Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Maura Ripamonti hanno chiesto di condannare all’ergastolo Raffaele Rullo e la madre Antonietta Biancaniello accusati di avere ucciso il calciatore Andrea La Rosa, scomparso il 14 novembre 2017 e ritrovato morto in un fusto di benzina nel bagagliaio dell’auto della donna un mese dopo.

“Sono stati delitti atroci”, ha detto Fusco al termine della requisitoria, sottolineando che nessuno dei due imputati merita la concessione delle attenuanti generiche. Per Rullo è stato chiesto anche l’isolamento diurno in carcere di 12 mesi, per la madre di 10 mesi.

“E’ la prima volta – ha spiegato Fusco – che mi capita di avere a che fare con un imputato di una tale pervicacia. Mi riferisco al fatto che quando ho interrogato Rullo la notte dell’arresto mi ero reso benissimo conto di come erano andati i fatti e gli avevo detto che aveva tutto il tempo che voleva per raccontare com’erano andate le cose secondo lui. Anche nell’esame in aula invece ha tenuto una linea completamente sfornita di elementi di riscontro, negando ogni responsabilità e lasciando a sua madre il compito di assumersela”.

Secondo il magistrato, “Rullo era entrato in un giro più grande di lui, aveva famiglia e due figli, ma si era costruito una ‘second life‘ attraverso belle ragazze e una compagnia che lo impegnava moltissimo. Aveva una vita dispendiosa e le truffe erano per lui necessarie”.

“L’hanno prima sedato e poi messo da vivo nel bidone – ha spiegato il pm Maura Ripamonti, che ha svolto la requisitoria assieme al collega – volevano tagliargli la gola ma non sono riusciti però a sgozzarlo, così è morto là dentro per asfissia dopo avere respirato i vapori dell’acido con cui hanno cosparso il suo corpo”.

Fusco si è soffermato sul rapporto tra i due imputati. “E’ il classico rapporto in cui una madre consente tutto a suo figlio – ha affermato – sa della relazioni extraconiugali del figlio e va a a fare le pulizie a Darla (una delle donne con cui Rullo aveva un rapporto fuori dal matrimonio, ndr), cerca di mettere pace tra figlio e nuora, ma a un certo punto capisce che è a arrivata un punto di non ritorno. 

“La madre segue il figlio in tutte le sue follie ed è disponibile ad assumersi tutte le responsabilità, anche se lo fa in maniera maldestra e le sue versioni non reggono. C’è una frase che riassume tutta questa storia ed è quella che Antonietta dice alle nipoti durante un colloquio in carcere, sollecitata dalle ragazze ad aiutare Raffaele: ‘Come ogni volta, lo tirerò fuori io'”.

Il delitto

Nella requisitoria, ricostruisce Repubblica, la pm Ripamonti ha ripercorso “in ordine cronologico” tutta la vicenda, dall’estate 2017 fino al ritrovamento del cadavere. Madre e figlio sono anche imputati per aver tentato di uccidere la moglie di Rullo, simulando un suicidio.

Rullo, ha detto il pm, è un truffatore, aveva già guadagnato tanti soldi con presunte truffe alle assicurazioni di auto e voleva liberarsi della moglie che non sopportava più i tradimenti e le spese per mantenere le amanti. anche in questo caso, secondo l’accusa, la madre aiutò il figlio: i due stordirono la moglie/nuora con i farmaci e poi le tagliarono le vene. Per massimizzare il risultato, Rullo aveva anche stipulato una assicurazione sulla vita della moglie per 150mila euro. 

Ma il delitto non riuscì e Rullo decise di farsi prestare del denaro da La Rosa: 38 mila euro, che sapeva non avrebbe mai restituito. Nella notte tra il 14 e il 15 novembre del 2017 diede appuntamento all’amico a Quarto Oggiaro per restituirgli il prestito, ma lo narcotizzò con del sonnifero nel caffè, tentò, senza riuscirci, di tagliargli la gola, e lo infilò in un fusto di benzina in cui, con la madre, versò il contenuto di 24 bottiglie di acido muriatico.

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